Candidata alla Camera, Emilia Romagna, quarta nella lista PDL
45 anni, laureata in Lingue e specializzata negli USA in marketing politico, intraprende la carriera giornalistica nel 1993. Dopo aver lavorato diversi anni a Parigi e Londra, torna in Italia, ricoprendo numerosi incarichi all’interno della Rai. Nel 2003 è nominata componente del comitato dei consulenti del Ministro dei Beni e delle Attività culturali. Già nel 2008 è stata eletta alla Camera nella lista del PdL per il collegio della Toscana.
Risposta di Deborah Bergamini a Corrente Rosa:
1) Violenza contro le donne: quali provvedimenti intende promuovere al fine di eliminare o comunque ridurre tale fenomeno?
Come membro della delegazione parlamentare italiana al Consiglio d’Europa faccio parte del Network parlamentare per la violenza contro le donne. In questa veste sono stata il referente nazionale della campagna del CdE contro la violenza domestica, che ho promosso in Italia ideando un concorso per giovani videomaker che, in collaborazione con YouTube, abbiamo chiamato Action for Women. Mi sono poi spesa molto affinché l’Italia firmasse la Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale legalmente vincolante nella prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne e la violenza domestica. Sopravvenuta la firma a settembre 2012, ho cercato di ottenerne la ratifica entro la fine della legislatura e, non essendo stato così, mi impegnerò, se rieletta, affinché sia uno dei primi atti del nuovo Parlamento.
Certo non mi illudo che la ratifica della Convenzione di Istanbul risolverà questa piaga sociale, tuttavia credo che sia uno strumento utile ed un’ottima integrazione delle – buone – politiche già messe in atto dal governo Berlusconi con il ministro Carfagna. Ritengo, tuttavia, che la violenza sulle donne si combatta non solo sul piano legislativo ma, prima ancora, su quello culturale. Per questo l’importanza delle campagne di sensibilizzazione e l’impegno affinché l’attenzione sul fenomeno sia sempre alta sono fondamentali.
2) Quali provvedimenti intende promuovere al fine di aumentare la disponibilità di servizi per la prima infanzia e per gli anziani a costi ragionevoli per tutti i cittadini?
Il programma con cui ci presentiamo agli elettori prevede l’istituzione di un fisco favorevole alla famiglia per cui a parità di reddito paghino meno tasse le famiglie più numerose (quoziente familiare).
Nel quadro dei 16 miliardi di detrazioni fiscali che vogliamo attuare, di cui 8 sono destinati alle famiglie (e 8 per le imprese), prevediamo di rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli e di istituire sostegni straordinari alle famiglie per l’assistenza ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
3) Con quali iniziative intende rilanciare il lavoro femminile in Italia?
Noi intendiamo rilanciare il lavoro in generale, incentivando, con sgravi fiscali totali, l’assunzione di giovani e disoccupati. Sappiamo che le donne sono numerose in queste due categorie.
Ritengo che sia poi necessario proseguire l’opera, già iniziata dal governo Berlusconi con lo stanziamento di 40 miliardi di euro, di conciliazione tra lavoro e cura della famiglia. I provvedimenti intrapresi, che meritano di essere ulteriormente finanziati e implementati, comprendono tra l’altro la creazione di asili nido familiari attraverso l’esperienza delle cosiddette “tagesmutter” (mamme di giorno), la creazione di albi di badanti e baby sitter, italiane e straniere, appositamente formate, voucher per l’acquisto di servizi in ludoteche e centri estivi, il sostegno delle cooperative sociali che operano in contesti svantaggiati, iniziative per il telelavoro, sostegno al rientro dal congedo di maternità, tramite percorsi formativi e di aggiornamento, la diffusione di contratti a tempo parziale modellabili sulle esigenze delle famiglie, l’istituzione di asili aziendali nelle sedi delle pubbliche amministrazioni e il congedo parentale anche per i padri e per chi decide di adottare un figlio.
4) Come ritiene si potrebbe intervenire al fine di rappresentare correttamente l’immagine della donna nei media? Quali disposizioni intende promuovere a tal fine?
Non sono sicura che si possa imporre per legge una corretta immagine della donna. I media rispondono a logiche di mercato e molti dei format e delle serie tv di maggiore successo televisivo provengono dal mondo anglosassone. Il fenomeno è globale, quindi difficilmente può essere risolto con un provvedimento normativo nazionale. Credo che si debba intervenire piuttosto con campagne di informazione ed educazione nei confronti delle ragazze giovani e delle bambine ed anche promuovere dei provvedimenti di autoregolamentazione del settore pubblicitario, dato che è soprattutto la pubblicità a veicolare un’immagine stereotipata e mercificata delle donne. A questo proposito il ministro Carfagna ha stipulato un protocollo d’intesa tra il suo dicastero e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che credo sia un ottimo punto di partenza.
5) È favorevole all’adozione di una legge che imponga il Bilancio di Genere a livello nazionale e regionale?
Sì, assolutamente, credo che sia uno strumento molto utile.
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