Wilhelmine Schett detta Mina Welby

    Candidata alla Camera nella lista Amnistia Giustizia e Libertà, quinta in Emilia Romagna, settima in Lazio1 e Sardegna e candidata anche in altre circoscrizioni.

    75 anni, diplomata al liceo classico ed abilitata all’insegnamento, ha lavorato per qualche anno a Merano nelle scuole medie. Trasferitasi a Roma ha insegnato in scuole private la lingua tedesca. Dal 2003 è iscritta nell’Associazione Luca Coscioni e a Radicali Italiani. Dopo la scomparsa del marito Piergiorgio ha raccolto il suo testimone e continua con la sua attività nei dibattiti pubblici per far riflettere sui temi dell’autodeterminazione della persona, le scelte di vita e fine vita, nonché sull’importanza di una assistenza adeguata alla persona malata, su una vita indipendente e sulla possibilità di lavoro della persona disabile.

    Risposta di Mina Welby a Corrente Rosa:

    1) Violenza contro le donne: quali provvedimenti intende promuovere al fine di eliminare o comunque ridurre tale fenomeno?

    In questo campo fin dalla mia infanzia, educata da una madre semplice e forte, essendoci sottratto violentemente dalla guerra un padre premuroso, ho recepito il linguaggio di collaborazione dei sessi nell’evoluzione e la crescita: nella vita quotidiana, nel gioco, aiuto vicendevole e tutto condito con il rispetto della diversità. Oggi questo metodo in maggior parte è andato affievolendosi in particolare a causa della “modernizzazione” della vita delle famiglie. La frenesia del nuovo, del superfluo fa spesso perdere la vera cultura dei rapporti interpersonali di stima, di responsabilità.

    Dare strumenti per incrementare i giusti rapporti tra i sessi. Uno di questi la riforma delle politiche per la famiglia. (di questo nel prossimo punto)

    Ottimo metodo contro la violenza di genere: Dal Ministero alla Cultura fin giù ai comuni si favoriscano seminari e convegni che parlino anche di violenze subite dalle donne per motivi falsi di religione, vedi le mutilazioni genitali femminili. Contemporaneamente si incentivi la presa di posizione dei cittadini e le cittadine contro queste violenze. Anche nelle scuole fin dall’asilo nido si adottino programmi per incrementare una cultura non violenta di genere. Sono utili serate fatte di programmi di intrattenimento per giovani e per le famiglie in forma di varietà o di teatro, in forma comica o drammatica, di concerti e conferenze. È sicuramente un linguaggio che arriva non solo al cuore, ma trasforma la mente e la mentalità.

    2) Quali provvedimenti intende promuovere al fine di aumentare la disponibilità di servizi per la prima infanzia e per gli anziani a costi ragionevoli per tutti i cittadini?

    Anzitutto chiedo una riforma delle politiche familiari: detassazione del lavoro delle giovani coppie e per le famiglie con figli e basso reddito.

    Organizzazione per l’assistenza alle famiglie per “un nuovo arrivo”, tipo pronto intervento con una “mamma di supporto” che prende cura dei figli che già ci sono, sicché il padre possa attendere al benessere della compagna e godere anche lui del lieto evento.

    Per le persone anziane si curino in tutti i comuni circoli di cultura, organizzati da loro stessi, dove si possano ancora sentire autonomi e capaci di agire e dire la loro, anche ai più giovani, a partire dalla propria esperienza. Per persone anziane sole, ancora in parte autosufficienti, ci siano servizi, come “il pranzo su ruota”, un servizio a domicilio del pranzo e della cena a un prezzo commisurato al reddito della persona. Per i disabili gravi per malattie degenerative vengano stanziati dei fondi sufficienti per l’assistenza indiretta, già previsti per legge. Qui rientrino anche le gravi non autosufficienze. Dove queste persone gravano sulle famiglie in convivenza, si stanzino somme su progetto per dare la possibilità di scegliere degli assistenti familiari che in collaborazione con la famiglia stessa diano assistenza al malato e allo stesso tempo la famiglia mantenga una vita familiare equilibrata. In questo modo si favoriscono nuovi contratti di lavoro, il pagamento delle tasse e dei contributi per l’equità delle pensioni.

    E con ciò in parte rispondo già alla terza domanda:

    3) Con quali iniziative intende rilanciare il lavoro femminile in Italia?

    Se si incrementa una riforma delle politiche per la famiglia, come citata sopra, le donne potranno conciliare la cura per la famiglia con una carriera professionale. Aggiungo qui la necessità di asili nido su tutto il territorio pubblici e privati che siano, anche della novità della “Tagesmutter”, donne preparate con dei corsi speciali per un asilo nido in casa propria con un numero limitato di bimbi assistiti. Le “Tagesmutter” redigono e compilano un profilo dei bimbi assistiti e sottostanno al controllo per questo servizio. Incrementare asili infantili e asili nido in aziende per facilitare il lavoro delle mamme e dei papà. Favorisco in questo modo la parità dei sessi.

    4) Come ritiene si potrebbe intervenire al fine di rappresentare correttamente l’immagine della donna nei media? Quali disposizioni intende promuovere a tal fine?

    Dare possibilità a donne di raccontarsi nelle semplici battaglie quotidiane, ma anche pubbliche e incentivare il coraggio delle giovani di non aver paura del futuro. Essere protagoniste per una cultura di non-violenza, di correttezza, di amore, di accoglienza si può con una vita quotidiana semplice o impegnate nel sociale, come in qualsiasi lavoro svolto in pubblico e nel privato. Qui chiedo l’aiuto delle televisioni che diano supporto all’educazione di genere.

    In questo modo le ed i giovani impareranno anche a non essere strumentalizzate per pubblicità non adeguata.

    5) È favorevole all’adozione di una legge che imponga il Bilancio di Genere a livello nazionale e regionale?

    Credo che tutto questo sia già una prerogativa per una legge di questo tipo.

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