AIDOS sostiene la manifestazione promossa domani 11 giugno 2010 da Amnesty International
per chiedere il rispetto dei diritti umani di donne e uomini in Iran
Il 12 giugno, ad un anno dalle contestate elezioni presidenziali in Iran, si svolgerà una Giornata globale d’azione, indetta a livello mondiale da Amnesty International e da altre organizzazioni alla quale AIDOS ha deciso di aderire per protestare contro le centinaia di detenzioni forzate di prigionieri/e di coscienza che vedono anche diverse donne condannate, torturate e giustiziate.
In Italia, l’appuntamento è per domani venerdì 11, a Roma, di fronte all’Ambasciata dell’Iran in via Nomentana, 361, dalle 18:00 alle 20:00. Ai partecipanti verrà chiesto di vestirsi di nero e saranno distribuite maschere da indossare coi volti di otto prigionieri di coscienza iraniani, per i quali è possibile firmare gli appelli per la liberazione al seguente link http://www.amnesty.it/giugno_2010_giornata_globale_per_Iran
La partecipazione all’iniziativa è volta a rafforzare il sostegno di AIDOS alle movimento delle donne in Iran.
A marzo di quest’anno in occasione della CSW – Commissione sullo status delle donne riunitasi alle Nazioni Unite, AIDOS ha organizzato una tavola rotonda con 4 attiviste iraniane che hanno portato la propria testimonianza sull’attuale condizione di povertà delle donne, le violenze che sono costrette a subire, le discriminazioni etniche e il loro volto femminile, le sfide per l’empowerment delle donne in una società governata da leggi che le subordinano agli uomini.
Obiettivo della manifestazione è chiedere il rilascio immediato e senza condizioni di tutti/e i/le prigionieri/e di coscienza e processi equi e tempestivi per capi d’accusa fondati e senza ricorso alla pena di morte, per tutti/e i/le prigionieri/e.
Giornalisti, studenti, avvocati, docenti universitari, attivisti politici, difensori dei diritti umani, minoranze etniche e religiose ed esponenti del clero, sia donne che uomini, sono stati imprigionati a seguito di un’ondata di repressione che ha dato luogo a diffusi casi di tortura ed esecuzioni di condanne a morte per motivi politici. Centinaia di persone rimangono in carcere per aver preso parte alle proteste del giugno 2009 o per aver espresso in altro modo il loro dissenso. Persone con solo vaghi e presunti legami con gruppi messi al bando, così come familiari di ex prigionieri, sono state sottoposte ad arresti arbitrari nel corso dell’ultimo anno.
I prigionieri vengono tenuti in isolamento completo dal mondo esterno per giorni, settimane o anche mesi, durante i quali i parenti non riescono a ottenere notizie sul luogo di detenzione e sui capi d’accusa. Il segreto che circonda gli arresti rende più facile il ricorso alla tortura e ad altri maltrattamenti, come gli stupri.
Almeno sei persone si trovano attualmente nel braccio della morte per “comportamento ostile nei confronti di Dio”, per il sospetto di aver preso parte a manifestazioni e di appartenere a gruppi messi al bando. L’Iran ha uno dei più alti tassi di esecuzioni capitali nel mondo. Ad oggi, nel 2010, le esecuzioni sono già state oltre 115.
Il Consiglio Onu dei diritti umani adotterà questa settimana il suo rapporto finale sull’Iran. Si chiede alle autorità di Teheran di accettare le raccomandazioni relative al trattamento dei prigionieri e consentire agli esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite di visitare il paese.
Roma, 9 giugno 2010
Contatti: Michela Mari – Ufficio stampa AIDOS tel. 06 6873214/196 e-mail: ufficiostampa@aidos.it www.aidos.it
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