18/03 angela putino interprete di simone weil

    giovedì 18 marzo – ore 18.00

    CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE Via della Lungara, 19

    Angela Putino interprete di Simone Weil

    Saluti Isabella Rauti Presidenza Consiglio dei Ministri. Capo Dip.to Pari Opportunità

    Francesco Antonelli Presidente Biblioteche di Roma

    Introduce Maria Palazzesi area cultura Casa Internazionale delle Donne

    Intervengono Giovanna Borrello, Stefania Tarantini, Bia Sarasini

    Diario di fabbrica monologo teatrale ispirato a La Condizione operaia di Simone Weil: di Rosamaria Vaccaro, con Ermelinda Bonifacio diretta da Daniele Bernardi musiche di Alessandro Sgarito

     

    Testi di riferimento: Angela Putino, Simone Weil. Un’intima estraneità, Città Nuova, 2006;

    Giovanna Borrello, Il lavoro e la grazia, un percorso attraverso il pensiero di Simone Weil, Liguori 2001;

    Giovanna Borrello, Stefania Tarantino , Esercizi di composizione per Angela Putino, Liguori 2010

    Simone Weil, la condizione operaia Edizioni di Comunità 1952; SE 1994

    Giovanna Borrello docente di Filosofia Università di Napoli
    Stefania Tarantino ricercatrice Istituto di Scienze umane Università di Napoli
    Bia Sarasini presidente Società italiana delle Letterate

    DIARIO DI FABBRICA liberamente ispirato a ‘la Condizione operaia’ di Simone Weil

    «Quando ci si mette davanti alla macchina bisogna uccidere la propria anima per 8 ore al giorno, i propri pensieri, i sentimenti, tutto. Irritati tristi o disgustati che si sia, bisogna inghiottire». (Simone Weil, ‘La condizione operaia’)

    Rosamaria Vaccaro si dedica al periodo biografico di prima rottura col quotidiano e racconta Simone Weil ricostruendo una giornata di lavoro in fabbrica. Una sorta di diario in cui si possono leggere le sue considerazioni, tuttora attuali, sul lavoro e sui lavoratori; percorrere i rapporti di solidarietà che la filosofa intesse con gli operai e quelli talvolta difficili con il caporeparto; osservare il complesso rapporto con il macchinario. Fondante la tematica del potere e della subalternità, in questo lavoro emerge un’umanità ricca e variegata, palpabile e vicina. La stessa umanità analizzata da James Taylor ed Henry Ford che Weil sceglie di incontrare, mescolandosi ad essa sino a confondersi e perdersi».

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