Appena ho 18 anni mi rifaccio_Tagliabue

    appena ho 18 anni mi rifaccio

    Appena ho 18 anni mi rifaccio_Tagliabuemercoledì 21 ottobre
    PRESENTAZIONE
    Cristina Sivieri Tagliabue
    APPENA HO 18 ANNI MI RIFACCIO
    Bompiani

    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE
    Sala Capizucchi
    P.zza di Campitelli, 3 – 00186 Roma

    Hanno presentato:
    Laura Moschini – Docente Universita Roma 3
    Serena Romano – Presidente CR
    e l’autrice
    Dibattito moderato da Valeria Manieri – Radio Radicale

    Cristina Sivieri Tagliabue
    APPENA HO 18 ANNI MI RIFACCIO
    Bompiani
    pagg.236

    “Appena ho diciott’anni mi rifaccio” di Cristina Sivieri Tagliabue è un libro- shock: venti testimonianze di minorenni, appartenenti ad una classe sociale benestante, che hanno scelto di sottoporsi a interventi chirurgici estetici per “ottimizzare” il proprio corpo.

    Sembrerebbe un libro divertente, ma non lo è; sembrerebbe cronachistico, invece è di analisi e di denuncia di un fenomeno sociologico che investe una fascia di giovani alla ricerca di una propria identità per migliorare il proprio rapporto con il mondo.

    Andrew ,Tosca ,Saori ,Valeria ,Mafalda ,Madeleine…si somigliano fra di loro: sono giovani che hanno maturato l’idea della personalizzazione del consumo; hanno coltivato il narcisismo attraverso i modelli dettati dai mass-media; hanno assimilato una sottocultura di massa che esalta e privilegia la forma alla sostanza ,la corporeità alla spiritualità , in un pericoloso gioco e in un disarmonico sdoppiamento tra corpo e psiche.

    Importante per loro è riconoscersi come individui nell’omologazione; seguire un unico modello precostituito e riconosciuto come ideale nella sua perfezione plastica..e cosi’ seni, pance, piedi,labbra, mento sono diventati oggetti suscettibili di cruente e dolorose modificazioni.

    Ossessionati dal corpo, che è l’unica cosa su cui oggi hanno potere e che potrebbe dare loro potere, l’omologazione estetica a precisi canoni è diventata per loro un prerequisito indispensabile per inserirsi nella società civile, in tutte le forme di aggregazione.
    E allora tutto può essere sopportato: ansia, sofferenza, vergogna, falsità…ma se non si vuole essere perdenti, se si vuole avere visibilità, è necessario “ad ogni costo” uniformarsi.

    Il grande merito dell’autrice è di essersi immersa nel mondo dei ragazzi che affascina e spaventa. Come a suo tempo “I porci con le ali” svelò i lati divertenti ma anche eccessivi dei ragazzi degli anni 70, Cristina Tagliabue mette in luce le angosce e i sogni di quelli del 2000. Cristina che ha realizzato un’indagine personalizzata ha saputo contestualizzare le realtà familiari e sociali. Dimostra come i ruoli e i valori tradizionali sono scomparsi e gli stili di vita sono divenuti mobili e progressivi; dove l’uso di un linguaggio sincopato, frammentario e frastagliato, a volta violento, costituisce l’unico veicolo di comunicazione possibile per dare voce all’insicurezza, allo sbandamento, alla rabbia.

    Un bel libro intelligentemente provocatorio, oggettivamente analitico, e che sembra …scritto dai ragazzi stessi!

    Leggi il comunicato stampa di CR

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