Bibiana Ferrari, amministratrice delegata di Relight

    DAI RIFIUTI ALL’ARTE Bibiana Ferrari è una donna dinamica che sembra divertirsi molto nella vita, alta bruna e abbronzata si muove velocemente tra un televisore vintage ed un mucchio di rifiuti differenziati.

    Bibiana ha creato e dirige la società Relight, che raccoglie, recupera e tratta i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

    Nata da una collaborazione con la Philips nel 1999 per la raccolta e il recupero delle lampade fluorescenti, ben presto Relight diventa indipendente e oggi dispone di un impianto per le attività di stoccaggio, recupero e trattamento dei RAEE. La legge italiana che ha recepito la Direttiva europea rativa ai RAEE, ha spostato la responsabilità della raccolta e recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici in capo ai produttori dei beni che devono garantire la raccolta differenziata e il trattamento in impianti specializzati dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Relight è popolata di donne. Forse le donne hanno una maggiore sensibilità all’ambiente e si impegnano di più nella lotta contro l’inquinamento? Penso soprattutto che le donne siano molto più disponibili ad entrare in settori nuovi come è successo con le nuove tecnologie. Diciamo anche che gli altri settori sono monopolizzati dagli uomini e le donne coraggiose si lanciano all’assalto di nuovi mercati. Bibiana ha uno spiccato gusto per il vintage. Ha realizzato un vero e proprio museo di apparecchi elettronici che risalgono alla seconda metà del novecento. Mi riceve in una sala dove da una parte c’è un muro di televisori coloratissimi degli anni 60-70 e dall’altra degli aspirapolvere Hoover forse ancora più vecchi. Fa quasi tenerezza pensare che in passato questo sembrasse moderno. Bibiana sorride, dicendo che “rida una nuova vita” all’97% dei rifiuti che arrivano da Relight (per saperne di più vedi il sito di Relight www.relightitalia.com/new/). La sera ritrovo Bibiana da Ico Gasparri, fotografo sociale, che dopo le denunce fotografiche contro l’uso del corpo della donna nei cartelloni stradali, si è lanciato in una rassegna fotografica sui rifiuti. Ico nella sua mostra RI-CICLO. UNO SGUARDO OLTRE I RIFIUTI ci porta a guardare i nostri rifiuti. Quanto trasporto, lavoro, spazio, ingegno e competenze utilizzati solo per i rifiuti! Il negozio di Ico, ICHOME, in via Stoppani a Milano è piccolo ma ci fa entrare almeno 50 persone. Un’allegra comitiva che dopo avere sentito un brano di flauto eseguito dal vivo, si concentra sulle spiegazioni di Ico e delle sue gigantesche fotografie di rifiuti presi da vicino, per renderli quasi umani. “Vedete quelle due bottiglie di plastica che si abbracciano? Le ho chiamate Paolo e Francesca.” Ico ci fa fare un giro del suo quartiere, nei negozi dove ha distribuito le sue fotografie. Tra gli altri, la fioraia di via Broggi che è anche cantante, la libreria books Imports che ha in mostra le fotografie di montagne di rifiuti di carta e di legno, o la farina del mio sacco che ci offre una pizzetta. Finiamo la visita alla sede espositiva Mano Libera dove ci viene offerto un buffet di prodotti rigorosamente genuini. Andate a vedere la mostra di Ico Gasparri diffusa sul territorio della Zona 3 di Milano aperta fino all’11 maggio. Per saperne di più vedi: www.ichome.it

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