«La politica cambia una donna che la fa, tante donne cambiano la politica». Cita la frase di Michelle Bachelet, già presidente del Cile, Marina Terragni, giornalista e blogger, editorialista di Io Donna-Corriere della Sera, per esporre le sue idee sull’ attuale situazione femminile. Intervistata dal Corriere della Sera.it, per la presentazione del suo nuovo libro “Un gioco da ragazze. Come le donne cambieranno l’Italia”, la Terragni ribalta il problema della sottorappresentazione femminile guardandolo anche dall’altro lato, parla cioè di “questione maschile”, troppi uomini nei luoghi di potere.
Ma parla anche di cosa è giusto fare per attuare quel cambiamento a cui tutte auspichiamo. Per prima cosa si appella alla necessità della collaborazione tra donne, troppo spesso ancorate al vecchio retaggio culturale che le vuole nemiche. Inoltre afferma il bisogno di non perdere la propria peculiarità femminile, diventando però più assertive. Se tali condizioni si realizzassero si riuscirebbero a portare avanti tematiche legate alle donne. Invito alla lettura del suo articolo sul Corriere della Sera.it e del suo libro per meglio comprendere l’importanza delle sue parole, poiché con un’attenta autocritica possiamo migliorarci e avviare il cambiamento di cui necessita l’Italia.
Non condividiamo tuttavia la frase di Marina Terragni che spinge le ragazze a “a seguire i loro desideri e le loro passioni… e non mascolinizzare i curricula… per avere successo nella vita” prendendo come esempio la laurea alla London School of Economics. Evidentemente bisogna capire cosa significa per ognuna di noi “avere successo nella vita”. Ci si può realizzare anche come precaria, tuttavia è importante ricordarsi che le aziende cercano ingegneri e non laureate in lettere. E poi i titoli di studio sul curriculum rappresentano un criterio di selezione obiettivo e quindi più equo. Non perdiamo il senso della realtà e della situazione dell’Italia che offre poche opportunità ai giovani, che oggi più che mai sono costretti a fare delle scelte ragionate.
Sara Alesiani
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