Le recenti dichiarazioni in tema di quote di genere rilasciate da Joerg Asmussen, membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea, sono una notizia incoraggiante per chi ha sempre auspicato un incremento della componente femminile all’interno delle principali istituzioni comunitarie. L’obiettivo dei vertici dell’Eurotower, che dirigono l’attuazione della politica monetaria unica, è quello di riequilibrare, entro il 2019, il rapporto fra uomini e donne attraverso l’introduzione delle quote rosa nei livelli dirigenziali. Attualmente, alla BCE, i dati riguardanti la presenza di donne nelle posizioni di middle management parlano di cifre che si aggirano intorno al 17%, invece il board di Mario Draghi è interamente composto da uomini. Il problema, infatti, sussiste maggiormente proprio nei posti di comando, perché se si guarda al rapporto fra i due sessi all’interno dell’intera struttura, già oggi l’equilibrio è moderatamente rispettato; via via che si sale ai piani superiori ed ai livelli decisionali, però, lo squilibrio diventa sempre più evidente. Di certo donne dotate di ambizione e con degli ottimi curricula possono essere trovate con facilità all’interno dell’Eurotower: è evidente che la loro pressione deve essere cresciuta fino a spingere il direttorio ad aprir loro le porte. Come hanno fatto notare diversi quotidiani tedeschi ed europei, si tratta del secondo tentativo di svecchiamento e di miglioramento della propria immagine tradizionalista in un breve arco di tempo, tramite l’avvio di un processo di modernizzazione interno. Infatti, a fine luglio, la BCE aveva annunciato che, in futuro, i protocolli delle sedute del Consiglio Direttivo sarebbero stati resi pubblici in nome della trasparenza ed in modo da permettere anche ai cittadini europei di comprendere meglio i motivi ed i meccanismi che portano a prendere le decisioni che li riguardano. Con la scelta di aprire i settori dirigenziali all’universo femminile, si dovrebbe compiere un ulteriore passo verso il superamento della tradizionale esclusività maschile del mondo dei banchieri centrali. Solo per fare un esempio, negli oltre cinquanta anni di vita della Bundesbank tedesca, una sola donna è riuscita a sedere nel Consiglio Direttivo; ed anche nella BCE, entrata in funzione nel gennaio 1999, l’ingresso nelle posizioni apicali è avvenuto solamente per due esponenti del gentil sesso: la finlandese Sirkka Hamalainen, entrata nel 1998, e l’austriaca Gertrude Tumpel-Gugerell, che è stata membro del Comitato Esecutivo fino al 2011. Da ricordare, fra le donne arrivate a ricoprire posizioni di rilievo alla BCE, figura anche l’italiana Lucrezia Reichlin, fino al 2008 direttrice generale della ricerca economica a Francoforte. Asmussen appare persuaso che il nuovo meccanismo favorirà il cambiamento e che in pochi anni il volto del gruppo dirigente della Bce sarà destinato a mutare sensibilmente, nella speranza che l’aumento delle quote rosa ed il cambiamento della mentalità necessario a raggiungere questo risultato, coinvolga presto anche le altre amministrazioni europee ed i singoli Stati membri. LEGGI L’ARTICOLO DAL BLOG “LA 27ma ORA”
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