Possiamo davvero sperare che se ci fossero più donne in politica la nostra società sarebbe migliore? Mi piace pensarlo anche se poi è evidente che molte (non tutte!) delle donne che militano attualmente nella politica italiana risultano essere delle semplici gregarie di un “sistema dominante”. Eppure giungono nuovi segnali importanti, come quello della candidatura di Renata Poverini al governo della Regione Lazio! Mi auguro che il centro sinistra sia altrettanto coraggioso! Così come mi auguro che di coraggio si tratti per il centro destra e non di strumentalizzazione, visti i precedenti (“il corpo delle donne”, la cultura vecchia e sessista del premier Berlusconi).
Il punto è – per chiunque, donna e/o uomo che sia, e sarebbe bene dire transgender che sia (e lo dico con rispetto e non con l’ironia del sessismo becero che mai ci abbandona!) -, che proprio non se ne può più di tutti questi automi del potere che attraversano la società italiana governando i “processi di produzione” e non, di tutti questi “dirigenti” che dovrebbero rappresentare l’élite del paese e non rappresentano che se stessi e le loro grandi e piccole consorterie di amici e conoscenti, e che prendono decisioni soltanto per riprodurre un sistema di privilegi e clientelismo il più svariato.
Appunto consorterie e non élite, il peggio e non il meglio, comunque la setta e non l’espressione del valore e della crescita culturale di una comunità. Nel migliore dei casi classi dirigenti “invecchiate” più per pretese che per età, ma spesso per arroganza e cecità, incapaci di evolversi, figuriamoci di cedere il passo! Voglio esagerare perché altrimenti non capisco come sia possibile che in Italia si sia potuto raggiungere un tale livello d’imbarbarimento, di scollamento dai bisogni primari che ha prodotto e produce isolamento, ancora all’inseguimento di un benessere fittizio dentro il quale i ricchi più ricchi sguazzano e i poveri più poveri si rassegnano. Chi preserva valori quali la dignità l’integrità la trasparenza la solidarietà ecc.? Le italiane-i che con dignità trascinano il loro fardello d’insoddisfazioni e battaglie perse sono convinta siano ancora la maggioranza, il motivo fondante per cui non hanno voce davvero non lo capisco più!! Quanto a produrre una nuova egemonia culturale poi sembra davvero sempre più improbabile! Il problema del ricambio delle classi dirigenti è uno dei tanti, non so se il principale. Tentare inoltre di dialogare con i “sordi”, cioè con quelli che oggi si credono i detentori della verità nella cultura imperante mi sembra un’impresa titanica (si può dialogare con chi mistifica la realtà, già tanto complessa e difficile da “leggere” di per sé!?). L’idea poi che dovrò invecchiare ancora senza assistere ad un qualche cambiamento mi sconcerta. Intanto dico a me e alle altre: non fermiamoci!
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