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Si è svolta sabato 21 novembre, nell’ambito del “We World Film Festival”, la tavola rotonda “Stereotipi, anticamera di bullismo? Cambiamo prospettiva”, moderata da Stefano Piziali, con la partecipazione di Valeria Cavalli, drammaturga e attrice, Letizia Ciancio, Segretaria generale di Corrente Rosa e Letizia Gambi, cantante Jazz di fama internazionale. Il tema dello stereotipo è stato variamente analizzato dalle partecipanti, a partire dalla propria esperienza diretta di donne, professioniste, madri, attivamente coinvolte a vario titolo nel dibattito pubblico.
Valeria Cavalli ha messo in rilievo l’importanza dell’arte e della cultura come via d’accesso diretta al mondo giovanile, con particolare riguardo ai ragazzi adolescenti, più soggetti all’influenza del gruppo e dunque più vulnerabili rispetto all’influenza degli stereotipi.
Grazie infatti al teatro, osservato e sperimentato in prima persona, i ragazzi e le ragazze hanno modo di avere una rappresentazione più realistica di cosa significhi agire da bullo e di quanto questo affondi in una cultura stereotipata che associa la forza all’aggressività e alla violenza.
Letizia Gambi ha emozionato (e fatto sorridere) la platea raccontando la sua esperienza di bambina e di giovane donna, alle prese con un ambiente sempre carico di pregiudizio nei suoi confronti: alle scuole elementari, poiché meridionale trasferita a Como, in età adulta, poiché donna in un ambiente (quello jazz) quasi totalmente dominato da uomini.
Ha tuttavia messo in evidenza come tali difficoltà, rilette come opportunità, siano state di fatto la chiave di volta del suo successo: ne è nato infatti il suo personalissimo stile, fusione di musicalità partenopea e jazz. Uno stile inimitabile, come inimitabile è stata la resilienza di questa giovane donna che ora lavora accanto a Sting e ad altri colossi della musica.
Letizia Ciancio ha infine scelto un taglio più politico sociale, pur partendo dalla propria esperienza di professionista, madre di tre figli, attivamente impegnata nell’associazionismo per promuovere le donne nel mondo del lavoro e contrastare discriminazioni e violenza.
Esperta di questione femminile, ha fornito un quadro articolato di quanto stereotipie di genere (quelle che vogliono l’uomo sempre forte e vincente, che non chiede aiuto e non piange mai; e la donna passiva preda dell’uomo, di cui è oggetto del desiderio) e stereotipie funzionali (quelle che vedono l’uomo come “breadwinner” e la donna come “caregiver”) si intersechino in un processo a causalità circolare con temi quali la violenza sulle donne, la scarsa partecipazione al lavoro e l’importanza dei media. Ha rivelato così i nessi tra i diversi aspetti, sottolineando come solo un’azione “sistemica” potrà avviare un graduale processo di cambiamento: solo un’azione in cui ogni singolo intervento sia pensato in sinergia con gli altri, consentirà di minimizzare l’impatto di ogni parte e massimizzare il risultato complessivo, rendendo così sostenibile nel lungo periodo l’intera operazione.
Occorre dunque ripartire dal LAVORO, rafforzando l’idea della condivisione e della co-genitorialità, oltre che della conciliazione lavoro-famiglia, perché sulla dipendenza economica della donna, poggiano le basi potenziali relazioni di dominio e di violenza. Occorre poi una costante vigilanza sull’immagine proposta dai MEDIA, veicolo assai spesso di un’immagine ipersessuata e stereotipata della donna come “oggetto” del desiderio maschile, o nella migliore delle ipotesi devota custode del focolare domestico. Serve infine una potente AZIONE EDUCATIVA sui giovani, non solo sul fronte dello stereotipo, ma a monte di questo, cioè sul piano dell’ educazione (alfabetizzazione) emotiva e relazionale. Una triplice linea d’intervento dunque, lavoro/cultura+educazione/media, che non trascura soprattutto l’ulteriore impatto che sui giovani ha il WEB, definito “terza agenzia educativa” (dopo scuola e famiglia). L’impatto che il web ha avuto sulla società e sui giovani ha accelerato vertiginosamente la dimensione temporale, entrando a gamba tesa nelle case e nelle scuole, rendendo ancora più complesso il già difficile compito degli educatori e soprattutto dei genitori.
L’evento si è concluso con una straordinaria performance live, a cappella, di Letizia Gambi.
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