Il fantasma di Colonia

    di Laura Fano

     

    Su ciò che è successo la notte di Capodanno a Colonia non si sa quasi nulla. Le notizie sono confuse, i numeri infondati e amplificati. Eppure abbondano le analisi sociologiche e politiche su ogni mezzo di comunicazione e di ogni colore politico. Analisi, che oltre a non essere fondate e quindi il più delle volte false, sono soprattutto pericolose. Rendono qualunque cosa sia successa quella notte terreno di scontro politico, oggetto di manipolazione e strumentalizzazione.

     

    Quello che sappiamo al momento, poiché la polizia tedesca sta ancora investigando, è che sono stati arrestati 31 uomini, di cui 18 richiedenti asilo, in maggioranza per furti, alcuni per molestie sessuali, la cui nazionalità varia da algerini, marocchini, siriani, iraniani, un iracheno, un serbo, uno statunitense e due tedeschi. Dei richiedenti asilo al momento non si conosce la nazionalità. La polizia, colpevole di non esser stata presente e di aver gestito la cosa in maniera completamente inadeguata, non è assolutamente in grado di confermare la versione passata su tutti i media che si trattasse di un’azione concertata e premeditata. Ben prima di avere questi dati si è scatenata una campagna mediatica allarmista e poco attendibile che ha trasformato un triste episodio per le donne che si trovavano lì quella notte in un attacco all’immigrazione, e al mondo arabo e islamico nel suo insieme.

     

    Nonostante i fatti siano ancora troppo vaghi per permettere un’analisi seria e rigorosa, è però necessario dire che la violenza di genere deve essere condannata sempre, quando avviene sul suolo europeo, così come quando avviene in altri paesi; quando a compierla sono stranieri, così come quando a compierla sono uomini europei, spesso familiari delle vittime.

     

    Come donne che condannano questi fatti dobbiamo però anche opporci alla strumentalizzazione che della violenza di genere viene fatta per imporre leggi restrittive sull’immigrazione, per generare discriminazione e razzismo, e per riproporre ancora una volta l’idea di scontro di civiltà. In seguito alla notte di Capodanno infatti il parlamento tedesco ha adottato leggi che aumentano le pene per reati connessi a molestie sessuali, ma allo stesso tempo leggi che rendono più facili e arbitrarie le espulsioni e più difficile l’accoglienza di immigrati e richiedenti asilo. Allo stesso modo, qui in Italia, il presidente del consiglio Renzi ha pensato che, proprio in seguito ai fatti di Colonia, non fosse più opportuno depenalizzare il reato di immigrazione clandestina, introdotto nel 2009 dal governo Berlusconi e che è illegale e inefficiente. Ci sentiamo di dire che la nostra incolumità non ha niente a che vedere con l’immigrazione e con il reato di clandestinità e per questo ci sentiamo usate ancora una volta dalla politica maschile.

     

    Oltre ad una campagna mediatica dai toni razzisti se non colonialisti, abbiamo assistito anche ad un forte e ingiustificato attacco al femminismo, accusato di non prendere posizione perché troppo multiculturalista e timoroso di favorire il razzismo. Da femministe sappiamo invece che il patriarcato esiste in ogni società e come tale va combattuto. Nessuno nega che sia molto forte nelle società dove il fondamentalismo islamico ha messo piede. Tuttavia, diciamo anche che la sicurezza e il benessere delle donne non possono combattersi con la guerra e con la chiusura dei confini nazionali. Non vogliamo essere la scusa che questa Europa in crisi di identità e incapace di gestire in comune il fenomeno migratorio possa utilizzare per politiche pericolose e regressive.

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