Con una certa ansia e altrettanta urgenza mi affretto a scrivere questo post per il nuovo anno, note sparse su temi diversi, “su impressioni varie”.
Svelto ma non troppo piuttosto adagio, così si è proceduto al varo di “Pari o dispare” presso la prestigiosa sede della Enciclopedia Italiana, alla presenza di Giuliano Amato, Fiorella Kostoris e di Emma Bonino. Scriviamo mentre il dado è tratto e la Bonino di fatto si avvia a rappresentare, speriamo non in parte, la coalizione di centro-sinistra alle regionali del Lazio. Un sogno si avvera e ce lo regala lei, avremo una competizione al femminile. Avevamo già salutato con grande apprezzamento la candidatura di Renata Polverini. Oggi non resta che augurare ad entrambe una campagna elettorale davvero all’altezza delle aspettative, anche se purtroppo i segnali non sono positivi. Insomma l’aria che tira da parte delle coalizioni è sempre quella di dire: “imbrigliamo l’autonomia di queste donne, sfruttiamo la loro immagine fin dove conviene”, inoltre le consorterie degli interessi locali tenderanno a schierarsi con chi gli darà più rassicurazioni, spero che entrambe, ma c’è da scommetterci!, rimanderanno le profferte ai mittenti. Lo dico brutalmente, così come la penso, anche se mi rendo conto di far torto a quanti quante dentro i partiti pure continuano a credere nel primato della politica vera.
Auguro a “Pari o dispare” lunga vita, gli interventi delle donne invitate a intervenire ed a testimoniare il loro successo sono stati “commoventi”, per niente deludenti, in nulla, ognuna di loro ha ribadito che ciò che conta è testimoniare sempre la propria differenza, il proprio valore aggiunto di donne con una sessualità ed una sensibilità “altra”, nessuna di loro si è mai sognata di farsi fagocitare dal potere, dal sistema e dai ritmi di un mondo che rispondeva a logiche vecchie e sessiste, tutte l’hanno spuntata anche se la lotta continuano a testimoniarla ogni giorno, fatta di estrema pazienza nel dialogo e grande duttilità nell’affrontare e gestire la complessità, sempre pronte all’ascolto dell’altro senza mai rinunciare ad essere operative, nella immediatezza e concretezza delle scelte.
Per tutte quelle che sono state e sono mamme, dalla donna magistrato nel CSM alla giornalista direttrice del giornale, sullo sfondo, ancora il sogno di vedere prima o poi i figli nei luoghi di lavoro, accanto alle loro madri, con spazi adeguati così come accade già nelle società più evolute. La sensibilità di tutte le ha portato a dire – e c’è chi lo ha affermato con maggiore consapevolezza (Maria Pia Ammirati, Vice direttore RAI1) -, che è molto vicino il tempo della effettiva parità, almeno in termini di presenza numerica ma non solo, perché è ovvio che la quantità può portare anche ad un cambiamento nella qualità. E parto da questo spunto per ribadire: unità nella differenza. La stessa Presidente di “Pari e dispare” lo ha infine riaffermato, mai dimenticarlo, quanto più si avvicina paradossalmente la soluzione fattiva di una maggiore presenza femminile ai livelli dirigenziali e fra le leve del potere, tanto più non bisogna mai dimenticare che le donne sono portatrici sane di una visione del mondo “altra”, di un linguaggio che può e deve essere diverso. Che tale mondo possa essere migliore sarà sempre più nelle nostre mani, non dimentichiamolo mai perché la parità non dovrà mai essere quella di ricercare e/o perpetrare gli stessi comportamenti di un universo popolato ancora da vecchi stereotipi. La diversità nella unità è un concetto che è quasi impossibile declinare nella logica filosofica e non, perché delle due l’una, o si è uniti o si è differenti. Ebbene le donne non devono rinunciare ad immaginare una logica altra, mai.
Chiudo con uno spunto da una notizia che ci riporta alla realtà che supera la fiction. Ieri è stato tutto un grande tam tam intorno allo scandalo che si è consumato nel Nord Irlanda, una nuova Mrs Robinson, ma moglie del Premier della Repubblica, che ha evocato in tutti il fantasma di un vecchio e meraviglioso film (“Il Laureato”), si è macchiata della colpa di vivere una storia con un giovanissimo uomo bisognoso d’affetto e di soldi, ecco là ribaltati i ruoli, nessuno si stupisca! Parità parità, si senz’altro parità,ognuno si viva le storie sentimentali che non possono che appartenere al proprio vissuto, ma insomma, sia che si tratti di uomini sia che si tratti di donne, non è che le storie che “finiscono male” e sono vissute peggio, siano un buon esempio per chicchessia! Nella fattispecie mischiare sesso soldi e potere non dona mai la felicità a nessuno, anzi a quanto pare spesso porta danno alla collettività, chiunque viva l’inghippo, uomo donna e/o transgender che sia!. La storia patria insegna! Nell’Italia in cui “le donne nascono pari e crescono dispare”, come giustamente denuncia la Bonino, l’ultima scena a cui vorremmo assistere è quella di una donna travolta dalla propria vita sentimentale, magari solo per rivendicare una assurda parità! Per cui all’uomo attempato ed autorevole che preferisce le giovani sostituiamo la donna autorevole ed attempata che non può che preferire i giovani! Per il futuro “Nascere pari e crescere diverse!” è un motto augurale per le donne ma anche per gli uomini.
©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici
Nessun commento