Le Ferrovie dello Stato vogliono dedicare questo mese all’universo femminile. Le signore potranno viaggiare gratis sui treni della media e lunga percorrenza solo se saliranno a bordo con la famiglia e il sabato, se in coppia (Sabato rosa per una donna accompagnata da un viaggiatore pagante). Insomma speciali promozioni in rosa ma solo a patto di essere «accompagnate», precisa l’offerta. Tutte le donne fedigrafe, incapaci di procurarsi un accompagnatore e/o di produrre figli dovranno pagare il doppio! (Questo è uno scherzo ma vedrete che diventerà presto realtà). Saranno anche attivate alcune colonnine di richiesta di soccorso in alcune stazioni urbane della capitale (Magliana, Muratella e Villa Bonelli): sempre e solo per le donne accompagnate s’intende! Tutte le altre potranno essere violentate a turno. Infine a bordo del Frecciarosa anche il 1522, numero gratuito di pubblica utilità creato dal ministero delle Pari opportunità per fornire ascolto e sostegno alle vittime, quelle “accompagnate” s’intende, tutte le altre saranno invitate alle feste di Palazzo! Indovinate quale?
L’iniziativa è davvero sconcertante, e non fa che offendere la donna in quanto soggetto, individuo autonomo e cittadina pagante tutto quello che di solito c’è da pagare. Tolta l”offerta famiglia”, legittima ed esistente, l’unica novità è quella di tornare ad un oscuro passato, quello in cui le donne emigravano e viaggiavano solo se accompagnate, oppure al limite potevano essere attese sul posto dai futuri consorti pronti ad attestare la loro volontà di assicurare la tutela della “donna”. Allora ancora una volta c’è da chiedersi come sia possibile che tutto questo accada. In Italia si gira un film che oggi, grazie anche alle Ferrovie, ci riporta dritte indietro nel tempo. Nel frattempo le donne della Omsa sfilano in televisione, grazie alla trasmissione di Santoro, non per mostrare le gambe, ma per denunciare la perdita irrevocabile del loro posto di lavoro. Chissà quale treno le riporterà alla realtà di un lavoro dignitoso, sole o “accompagnate” che siano.
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