Mara ha degli occhi di un profondo blu che ti guardano un pò irrequeti, un sorriso gigantesco e una dolcezza infinita.
Abbiamo incontrato Mara Galeazzi, Prima Ballerina del Royal Ballet of London per il documentario “IL VERO VOLTO DELLA DONNA ITALIANA: COME COSTRUIRE UNA CARRIERA AL FEMMINILE” a casa sua, nel teatro. E’ chiaro che Londra, il corpo di ballo e tutte le persone del teatro sono diventate la sua famiglia adottiva. Se la coccolano come una bambina e a volte sembra che sia rimasta quella bambina di Brescia che arrivata alla scuola della Scala di Milano a dieci anni cercava di capire come funzionava quel mondo che le era ostile.
Ma Mara c’e l’ha fatta, notata a 18 anni da un coreografro inglese si trasferisce a Londra e inizia la sua carriera nel corpo di ballo scalando i cinque stadi della gerarchia per arrivare all’ambito titolo di Prima Ballerina. Specializzata nelle parti drammatiche debutta con Giulietta. “La mia Giulietta” dice con orgoglio e gli occhi brillanti, le consente di andare avanti. Ma Mara non dimentica la famiglia, l’Italia e i bambini africani per cui fà dei gala per raccogliere fondi. Si è sentita riconosciuta e ancora parte dell’Italia quando il Presidente della Repubblica le ha conferito il Cavalierato per il Merito, l’8 marzo del 2009.
La ballerina, come la cantate lirica, rappresenta forse la quintessenza della femminilità, con quelle scarpette immancabilmente rosa, l’obbligatorio tutu e l’espressione di sentimenti profondi che passa attraverso movimenti studiati. A pensarci bene le adolescenti allevate per entrare in scena con quegli abbigliamenti, trucchi e acconciature devono divertirsi tanto ad essere delle piccole stelle da dimenticare le ore passate a fare esercizi dove si spinge il corpo sempre oltre i suoi limiti. L’esperienza con i ragazzi è forse più complicata che per le altre adolescenti.
I tempi sono duri anche per i ballerini. Sono solo 99 al Royal Ballet of London e per amortizzare le spese del teatro sono aumentati gli spettacoli ma non gli stipendi. Mara Galeazzi ha un programa di 40 spettacoli l’anno e si esercita 6 ore al giorno. Certi giorni deve preparare 4 balletti allo stesso tempo, passando da uno studio all’atro quasi senza pause. Ma si rifiuta disaltare i pasti, mangia bene e ci tiene a farlo sapere.
I bei tempi quando le ballerine si potevano riposare tra un ballo e l’altro sono finiti e i contratti sono annuali. Oggi i ballerini durano meno, tuttavia nel Regno Unito possono prendersi una piccola pensionegià a 35 anni.
Ma per capire Mara fino in fondo bisogna vederla ballare. Abbiamo potuto assistere alle ripetizoni dell’entrata del secondo atto di Gisèle. Con quel understatement che si impara solo a Londra, Mara controlla dolcemente il pianista e dirige l’istruttore con domande insistenti. La perfezione assoluta dei movimenti è messa al servizio della massima espressività.
La scena è sua e lei è Gisèle.
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