Gabriella De Lucia

    Astrofisica, Ricercatrice presso L’INAF l’Osservatorio astronomico di Trieste
    HA RICEVUTO L’8 MARZO 2011 L’ONOREFICENZA DELL’ORDINE AL MERITO DAL PRESIDETE DELLA REPUBBLICA
    Per la sua «brillante attività di giovane ricercatrice nel campo dell’astrofisica, e in particolare della cosmologia, che la vede a capo di un gruppo di ricerca di eccellenza».

    Gabriella De Lucia, vincitrice nel 2008 di un prestigioso premio di ricerca – lo Starting Independent Researcher Grant dello European Research Council, torna in Italia nel 2009 dopo otto anni all’estero, con il suo progetto di ricerca sull’evoluzione delle galassie. Gabriella riceve 750.000 euro per iniziare il suo progetto e mettere in piedi un gruppo di ricerca all’interno di un’istituzione a sua discrezione, e sceglierà di lavorare presso l’Osservatorio astronomico di Trieste

    Gabriella racconta a Corrente Rosa il suo percorso, la sua determinazione, le difficoltà ma anche le gratificazioni:

    Sono cresciuta in un piccolo paesino del sud, in provincia di Avellino. I miei genitori sono insegnanti, tra i tanti bravi insegnanti che lavorano nel nostro paese.  Sono partita per la Germania nel gennaio del 2001. Mi ero appena laureata (in Fisica, a Napoli), avevo sostenuto un colloquio all’Istituto Max-Planck per Astrofisica di Monaco di Baviera e mi avevano offerto una posizione di dottorato.

    Alla fine del dottorato, ho fatto un po’ di domande in giro per il mondo.  In realtà mi sono limitata all’Europa perché la mia metà era in Italia e metterci un oceano di mezzo mi sembrava un po’ troppo… Ho ricevuto diverse offerte, e ho deciso di accettare quella che veniva dallo stesso istituto in cui avevo completato la mia formazione. Alla fine sono rimasta a Monaco otto anni! In quegli anni sono cresciuta, ho lavorato tanto, ho viaggiato molto. Ho avuto modo di trascorrere lunghi periodi di lavoro in diversi istituti (in Europa, ma anche negli USA). Ci sono stati momenti brutti e momenti belli, come nella vita di tutti. Mi sono sentita sola e lontana. Ma ho trovato anche amici nuovi, con culture, tradizioni e lingue diverse.

    Ho sempre desiderato tornare in Italia. Nel mio paese, magari nel mio sud, più vicina alla mia famiglia, alla mia vita personale. E con la spinta ed il supporto di quelli che ora sono i miei colleghi a Trieste, ho deciso di puntare ad un grant che mi permettesse di tornare con un budget sostanzioso, per portare avanti la mia ricerca e costruire un nuovo piccolo gruppo di ricercatori intorno al progetto proposto. Sono stata fortunata (o brava): il mio è stato uno dei circa 300 progetti selezionati tra più di 9000 proposte pervenute (un “success rate” del tre per cento).

    Per cinque anni, saro’ in una posizione privilegiata nei confronti di tanti miei colleghi. avro’ soldi per viaggiare, per pagare il mio stipendio, per mettere su un piccolo gruppetto che lavori sul progetto finanziato. E poi? E poi cosa succedera’? Non lo so ancora. Posso solo continuare a fare bene il mio lavoro.

    Mi occupo di formazione ed evoluzione delle galassia. In particolare, lavoro a modelli matemarici che ci permettono di studiare questi processi fisici nel contesto cosmologico oggi accettato. Il progetto finanziato dalla comunita’ europea e’ basato su una domanda simile a quella che ci si pone per il carattere delle persone: quanto e’ dovuto a caratteri ereditari e quanto invece e’ determinato dall’ambiente circostante e dalle esperienze di vita.

    Qualche settimana prima dell’otto marzo, ricevo una telefonata in ufficio: sono invitata al Quirinale, alla celebrazione per la giornata internazionale della donna. Penso sia uno scherzo…. e mi viene comunicato che il Presidente mi conferirà, in quell’occasione, un’onorificenza. A me? E perché? Cosa ho fatto io? Ma il Presidente lo dice molto bene, nei giorni precedenti in occasione della sua visita al CERN, quel giorno nella stupenda saletta privata in cui ha voluto incontrare le
    “insignite”. Io credo che quel riconoscimento non sia tanto e solo per “il mio lavoro”. Il Presidente ha voluto valorizzare i tanti giovani ricercatori che lavorano nel nostro paese, con entusiasmo, passione ed impegno, in un contesto molto difficile.

    I problemi sono sempre gli stessi: i finanziamenti (pochi, pochissimi nel nostro paese che si era impegnato ad investire circa il 3 per cento del PIL in ricerca entro il 2010!), un sistema di reclutamento che dovrebbe essere profondamente riformato, la mancanza di un percorso naturale di carriera che sia basato su una corretta valutazione del merito e dei risultati ottenuti, l’incapacità di attirare ricercatori dall’estero e di riprendersi i tanti bravi ricercatori che hanno deciso di completare la loro formazione altrove. Ed infine, una idea della ricerca nella cultura diffusa che non ne riconosce il valore e l’impatto tecnologico, economico e sociale.

    La giornata al Quirinale si è conclusa con un piccolo rinfresco. Purtroppo, non sono riuscita ad avvicinarmi di nuovo al Presidente.

    Volevo solo dirgli: GRAZIE! Grazie di cuore signor Presidente. A nome mio, e di tutti i giovani ricercatori che io ho rappresentato quel giorno.

    Gabriella De Lucia

    Nessun commento

    ©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici

    User Login