CRISI: WOMENOMICS, PIU’ DONNE IN ECONOMIA PER CRESCERE DI PIU’

    CRISI: WOMENOMICS, PIU’ DONNE IN ECONOMIA PER CRESCERE DI PIU’
    (AGI) – Roma, 22 apr. – Il ruolo delle donne come leva di crescita di fronte a una crisi economica che ha messo a nudo le criticita’ del tradizionale sistema organizzativo e manageriale, declinato al maschile. Sara’ questo lo spunto di riflessione al centro della conferenza Womenomics ‘Quale ruolo per l’occupazione e la valorizzazione del talento femminile nell’attuale crisi finanziaria ed economica’, organizzata da Corrente Rosa, in programma venerdi’ a Roma.
    Che l’Italia abbia ormai accumulato un ritardo non piu’ trascurabile lo dimostrano i dati: le donne sono decisive nel 70% degli acquisti relativi alla casa e alla vita familiare, costituiscono il 47% degli utenti di Pc in Europa e sono responsabili del 60% degli acquisti di autovetture in Giappone, ma tra le prime 10 societa’ italiane non vi e’ una sola donna nei consigli di amministrazione e se si considera la percentuale di presenza femminile nei cda delle societa’ quotate in Europa, l’Italia e’ in coda con il 4% rispetto all’11% della media Ue (nelle prime 200 societa’ europee solo il 2,1% per le italiane a fronte di una media del 9,7% nel 2008).
    Il nostro paese, spiega l’associazione, e’ tra le nazioni ad alto reddito quella che utilizza al minimo il potenziale di sviluppo legato al lavoro femminile. Secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, un’occupazione femminile allineata ai tassi medi europei farebbe crescere il nostro Pil di quasi il 7%. E altre stime indicano incrementi ancora piu’ rilevanti. Nell’Ue, di circa 8 milioni di nuovi posti di lavoro creati dal 2000 a oggi, 6 milioni sono stati occupati dalle donne. Per il futuro, l’Unione Europea prevede che da qui al 2030 mancheranno 20 milioni di lavoratori qualificati.
    E’ giunto il momento per le istituzioni e il mondo imprenditoriale di accettare la sfida. Corrente Rosa ritiene sia quindi necessario “sostenere le politiche aziendali che puntano a una maggiore e piu’ qualificata presenza femminile con interventi pubblici che si traducono in un investimento nella produttivita’ generale del Paese”.(AGI) Gio

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