Globalizzazione e innovazione tecnologica: la strada europea- di Nicoletta Bevilacqua

    Corrente Rosa presenta l’ultimo libro di Alessia Mosca come esempio di integrazione delle questioni di genere in un discorso più ampio, in questo caso la globalizzazione, e come questa dovrebbe essere affrontata in una lettura di genere.

    In un recente volume pubblicato dall’editore San Paolo dal titolo “Tutto un altro mondo: Globalizzazione e innovazione tecnologica: la strada europea”, l’autrice, Alessia Mosca, offre un quadro conoscitivo ampio e approfondito sul fenomeno della globalizzazione e della economia digitale.

    La sua esperienza come deputata al Parlamento italiano (dove ha partecipato all’approvazione della legge Golfo-Mosca che ha introdotto quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e pubbliche) e successivamente al Parlamento europeo dove ha operato nella Commissione Commercio Internazionale in qualità di coordinatrice del Gruppo S&D e vicepresidente della Delegazione per le relazioni con la Penisola arabica, la ha indotta a ritenere che questi temi non siano solo appannaggio degli esperti ma debbano essere affrontati nell’ambito di un pubblico più ampio affinché possa farsi una propria opinione. Opinione fondata su dati certi e verificabili, sulla politica commerciale, sui suoi meccanismi di funzionamento, sui processi decisionali, sugli attori interessati, sulle forti connessioni con l’economia digitale.

    Se questo è dunque l’intento perseguito dalla autrice, esso appare ancora più significativo in una fase quale l’attuale, in cui approfondire la natura della globalizzazione, le sue ripercussioni a livello economico, sociale, politico e culturale è ancora più necessario alla luce dei tanti eventi che hanno portato ad un cambiamento della situazione preesistente: dalla elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, alla Brexit, al diffondersi di politiche protezionistiche e populiste in altri Paesi, alla messa in discussione di accordi multinazionali  commerciali, di sostegno allo sviluppo, di sostenibilità ambientale.

    Questi eventi stanno influendo sulla politica commerciale della U.E. che, come prescritto dal Trattato di Lisbona del 2007 (entrato in vigore nel 2009), si esprime con una unica voce dei 28 paesi aderenti e rappresenta il primo attore globale per il commercio di servizi e si situa al secondo posto per il commercio di beni.

    Non a caso, l’autrice, dopo un ampio excursus, anche storico, sulla globalizzazione, e dopo aver approfondito il dibattito, talvolta riduttivo e semplicistico su tale fenomeno tra chi ne vede soprattutto i benefici e chi lo considera tout court dannoso, offre un quadro interessante delle peculiarità del modello europeo di politica commerciale.

    Modello che ha cercato di coniugare apertura economica e difesa di alti standard sociali e ambientali, salvaguardando i valori fondativi della propria storia e identità, come i diritti umani, la democrazia liberale, la pace, la lotta alla povertà, come emerge dalla analisi puntuale dei programmi realizzati, descritti nel volume.

    Modello che ha però mostrato alcuni limiti, il principale dei quali, sottolinea l’autrice, è la mancanza della capacità di affrontare in modo sistematico le sfide della globalizzazione contemporanea, che comportino non solo efficaci politiche commerciali, ma che abbinino ad esse anche politiche che rendano possibile una maggiore cooperazione internazionale.

    Non a caso quindi, dopo l’ascesa di Trump e i risultati della Brexit, il Presidente della Commissione Juncker ha spinto per ristabilire una rotta verso una globalizzazione più giusta ed equilibrata, aprendo anche una riflessione sul ruolo che la rivoluzione digitale sta avendo sui processi di globalizzazione.

    Dagli anni ‘90 infatti  non è possibile separare la apertura dei mercati dallo sviluppo delle ICT, e dalle innovazioni tecnologiche in generale.

    Secondo i dati della Commissione Europea, citati nel volume, abbattere le barriere al commercio digitale tra gli stati membri potrebbe creare 415 miliardi di euro di crescita economica e quindi centinaia di migliaia di posti di lavoro.

    Ma ciò comporta il potenziamento di tre fattori chiave del commercio digitale: le infrastrutture (accesso alla rete in primo luogo), la sicurezza e protezione dei dati e delle transazioni, e regole condivise.

    Elementi necessari per costruire un modello di un mercato europeo di digital trade, che permetta alla Europa di partecipare più attivamente, grazie ad una maggiore coesione dei suoi stati membri, allo sviluppo della globalizzazione.

    Uno specifico approfondimento molto interessante riguarda il ruolo delle donne nel commercio internazionale. L’autrice, che ha dedicato un grande impegno alle politiche di genere e ai temi del lavoro, pone in evidenza che vi possano essere fattori che determinano una diversa reazione al cambiamento delle politiche commerciali, a cominciare da quelli strutturali (connaturati a ciascuno dei generi), a quelli connessi alla storia, alle differenti culture di ogni società.

    A suo avviso, il legame tra la liberalizzazione commerciale e questioni di genere è poco compreso. Scarse e poco aggiornate sono anche le informazioni e dati disponibili. Secondo i dati della Commissione europea, nel 2012 vi erano 40,6 milioni di imprenditori attivi nei 28 paesi europei. Le donne rappresentavano il 31%, ed erano impegnate maggiormente nel settore dei servizi.

    Più elevata risultava la loro presenza  nelle microimprese, che con più difficoltà accedono al credito e affrontano la competizione internazionale.

    Dopo una illustrazione di alcuni interventi realizzati a favore delle imprenditrici per iniziative dell’International Trade Center, l’autrice offre un quadro delle azioni svolte in questo ambito dalla Unione Europea, rammentando che la uguaglianza di genere è stato e continua ad essere uno dei principali principi seguiti.

    La U.E ha difatti adottato un approccio duale, inserendo la prospettiva di genere in tutti i programmi europei (il noto mainstreaming di genere), e nella realizzazione di politiche rivolte al raggiungimento delle pari opportunità attraverso azioni specifiche.

    Tuttavia, viene sottolineato come le azioni svolte – le principali delle quali descritte nel volume – per includere la prospettiva di genere negli accordi commerciali siano state poche e poco efficaci.

    Da qui alcune proposte per il futuro che sono state elaborate anche con il contributo di altri esperti, e che riguardano tre categorie di intervento: azioni da intraprendere per l’analisi e raccolta dei dati; azioni connesse alla politica commerciale; azioni di policy da avviare sul piano della politica interna.

    Nell’ambito della prima categoria, si segnala soprattutto la necessità di condurre una analisi dei potenziali effetti della politica commerciale sulla parità di genere, disponendo di studi sulla occupazione femminile e di dati per genere relativi ad ogni stato membro ed a ciascun settore economico, attraverso i quali effettuare valutazioni di impatto e anche a posteriori.

    Quanto alla seconda categoria, l’area considerata cruciale e da affrontare contestualmente alla formulazione di accordi commerciali è rappresentata dal sostegno alla imprenditoria femminile, dando un rilievo particolare a quella agricola.

    Sostegno che si traduce in più facile accesso al credito, in formazione tecnica, in politiche di supporto mirate a fornire alle donne imprenditrici strumenti idonei ad accrescere le loro capacità di gestione e competenze tecnologiche.

    Le azioni di politica interna, infine, includono politiche di istruzione, del lavoro, fiscali e sociali, senza trascurare di agire sul versante culturale, imprimendo un cambiamento che porti ad una più equa distribuzione dei ruoli, sviluppando un approccio sistemico e integrato di cui la politica commerciale sia una parte importante.

     

    Nessun commento

    Registrati al sito

    Registrati ora sul nostro portale!

    registrati

    Prossimo Evento

    Eventi Passati

    Twitter Feeds

    ©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici

    User Login