Presentazione romanzo ...
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I libri di testo scolastici sono delle fonti di informazione con cui ragazzi e ragazze, attraverso lo studio e la lettura, cominciano a formare il proprio bagaglio di conoscenza. Un’indagine condotta sui libri delle scuole elementari da Irene Biemmi, ricercatrice presso l’Università di Firenze, mostra come i preconcetti e gli stereotipi che riguardano la donna ed il rapporto tra i sessi riempiano ancora oggi le pagine dei volumi delle varie materie, fornendo spesso un’immagine distorta delle questioni di genere che potrebbe rivelarsi diseducativa. Soprattutto se i lettori che vi entrano a contatto appartengono ad una fascia di età molto bassa.
Il quadro che emerge dalla ricerca “Educazione Sessista” è quello di una predominanza dei modelli maschili tanto nell’ambito lavorativo quanto in quello sociale, con la figura della donna relegata in posizioni e mestieri che gravitano attorno alla cura della casa e dei figli. Ed è proprio nell’ambito professionale che emergono gli elementi più scoraggianti in quanto, tra i protagonisti maschili, il 70% lavora (contro il 56% delle donne) ed ha a disposizione una cinquantina di “professioni” diverse tra cui, per citarne alcuni: re, cavaliere, marinaio, mago, scrittore, dottore, giornalista, ingegnere, esploratore, scienziato e medico. Tra i personaggi femminili le “professioni” sono solamente 15, di carattere prevalentemente domestico e quasi del tutto slegate dalla realtà (quella della maestra è la più frequente, ma ci sono anche strega, maga, fata, principessa, casalinga), venendo frequentemente ritratte in spazi chiusi, occupate a curare l’aspetto o a fare lavori domestici.
L’indagine, quindi, oltre a voler fornire un’analisi approfondita dei testi scolastici attualmente in uso, ha l’obiettivo di mettere gli insegnanti in condizione di potersi dotare di strumenti utili alla decostruzione dello sfondo sessista su cui spesso si articolano i saperi trasmessi a scuola. Inoltre, questa situazione, ha contribuito ad ispirare la nascita di una petizione rivolta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e promossa dall’insegnante e giornalista Mila Spicola, con una richiesta precisa: raccontare nei libri di scuola la storia di Franca Viola, prima donna in Italia a denunciare uno stupro, nel 1966.
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