Con il decreto legislativo 5/2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 5 febbraio, è stata recepita la direttiva comunitaria 2006/54 in tema di pari opportunità e parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
Il decreto modifica in primis il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (d.lgs. 198/06). Tra le modifiche:
· l’estensione della nozione di discriminazione ai:
– trattamenti meno favorevoli e adozione di criteri di selezione, condizioni di assunzione nonché promozione in ragione dello stato di maternità o paternità, anche adottive (modifica all’articolo 25);
– trattamenti meno favorevoli subiti da una lavoratrice o da un lavoratore per il fatto di aver rifiutato o non essersi sottomessi a molestie (art. 30-bis).
· il divieto di ogni discriminazione relativa all’accesso e all’applicazione delle forme pensionistiche complementari, salvo consentire forme differenziate di trattamento tra uomini e donne giustificate da elementi di calcolo attuariale (art. 30-bis).
· il riconoscimento alle lavoratrici in possesso dei requisiti per la pensione di vecchiaia del “diritto di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di età previsti per gli uomini”. A tal proposito è stato escluso l’obbligo di comunicazione preventiva al datore di lavoro ed è stato abrogato il rinvio alla legge 604/66 che prevede il solo risarcimento, e non il reintegro, in caso di annullamento del licenziamento. (modifica all’art. 30)
· infine, la tutela giurisdizionale, prevista dal d.lgs. 198/06 avverso i comportamenti pregiudizievoli posti in essere dal datore, è estesa a qualsiasi reazione da parte di quest’ultimo alle attività dirette ad ottenere il rispetto del principio di parità di trattamento tra uomini e donne (art. 41-bis).
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