Il gender gap salariale in Italia secondo l’ultimo rapporto Ocse sull’istruzione

    Secondo l’ultimo rapporto Ocse sull’istruzione (“Education at Glance 20101“), l’Italia investe in modo insufficiente in istruzione. Inoltre, nella maggior parte dei Paesi membri e ai più alti livelli d’istruzione, gli uomini guadagnano più delle donne. Questo trend risulta essere particolarmente grave, poiché scoraggia le donne ad usare pienamente le capacità acquisite durante il periodo di formazione, e, in un’ottica più ampia, rallenta la crescita economica nazionale.

    I Paesi dell’Ocse investono fortemente in formazione, avendo aumentato la spesa per istruzione negli ultimi quindici anni. Inoltre, i governi sembrano essersi sforzati di effettuare massicci investimenti nell’istruzione terziaria, al fine di espanderla. Tuttavia, l’Italia figura a tutt’oggi come un Paese in cui l’investimento in istruzione è scarso, destinandovi meno del 4,5% del Pil (e meno del 10% della propria spesa pubblica).

     

     

     

    In tutti i paesi Ocse, e a tutti i livelli d’istruzione, le donne guadagnano decisamente meno degli uomini. Il “gender gap” salariale non si riduce nemmeno quando il livello d’istruzione incrementa. Il divario tra gli stipendi maschili e femminili è maggiore se si confrontano le retribuzioni a livello di istruzione post-secondaria non terziaria2 (l’equivalente dei nostri brevi corsi professionali pre-universitari) – dove le donne guadagnano in media il 76% del salario dei colleghi uomini -, mentre si riduce in corrispondenza dell’istruzione terziaria (72%). Tuttavia, solo in sette Paesi (Australia, Belgio, Nuova Zelanda, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Svezia) i guadagni delle lavoratrici con un livello d’istruzione terziaria, nella fascia d’età 25-64 anni, ammontano a più del 75% dei salari maschili. Le donne sono spesso occupate in più settori rispetto ai loro colleghi uomini, tuttavia, in Italia, Islanda, Israele, Usa e Brasile, le lavoratrici laureate guadagnano meno del 65% rispetto ai lavoratori con eguale incarico. Inoltre, in Australia, Irlanda, Giappone, Corea, Olanda, Regno Unito, Spagna e Turchia, le donne con istruzione terziaria mettono a frutto il loro titolo di studio più dei loro colleghi uomini.

     

    Ad ogni modo, il divario salariale tra donne e uomini con lo stesso titolo di studio rimane sostanziale. Osservando il gap remunerativo in corrispondenza di tutti i livelli d’istruzione e di tutte le età, le donne guadagnano meno delle loro controparti maschili – con l’unica eccezione delle lavoratrici ungheresi con titolo d’istruzione post-secondaria non terziaria.

    In media, una donna di 35-44 anni con un titolo d’istruzione post-secondaria non terziaria può ottenere un salario pari al 76% di quanto guadagna un uomo, una lavoratrice che non abbia terminato la scuola superiore secondaria pari al 74%, e chi possieda un livello di istruzione terziaria raggiunge appena il 71%. In Italia – accanto a Brasile, Canada, Corea e Francia -, le donne nella fascia d’età 55-64 anni sono particolarmente svantaggiate, poiché guadagnano meno del 60% delle controparti maschili.

     

    Ma a cosa è dovuto il gap salariale? Secondo il rapporto Ocse, esso deriva in parte dalle differenti occupazioni (che sono a loro volta influenzate dal luogo di ottenimento dell’istruzione) e dall’ammontare di tempo che si trascorre nella forza lavoro. Tuttavia, in molti casi – e in particolare per le donne che hanno completato l’educazione terziaria -, i bassi stipendi possono ripercuotersi negativamente sull’offerta di lavoro e sull’uso delle abilità acquisite durante il processo di formazione. In questo senso, un gap salariale molto elevato può costituire un pesante freno per la crescita potenziale dei Paesi.

     

    1 Sito ufficiale dell’Ocse:

    http://www.oecd.org/document/52/0,3343,en_2649_39263238_45897844_1_1_1_1,00.html

    http://www.oecd.org/document/52/0,3343,en_2649_37455_45925620_1_1_1_1,00.html

     

    2 Secondo l’ISCED (International Standard Classification of Education), i livelli d’istruzione possono essere classificati in: a) istruzione primaria; b) istruzione secondaria inferiore e superiore; c) istruzione post-secondaria non terziaria (ovverosia, brevi corsi professionali e corsi pre-universitari); d) istruzione terziaria (ovverosia, studi universitari).

    Nessun commento

    ©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici

    User Login