Finalmente il Parlamento europeo si occupa degli stereotipi di genere

    Il 12 marzo 2013 il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione sull’eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione europea. Certo si tratta solo di una risoluzione che non impone vincoli agli Stati Membri. Tuttavia va a inserirsi nel più ampio percorso di sensibilizzazione delle istituzioni nazionali e dei cittadini sulle politiche di genere e sulle pari opportunità.

    E’ importante notare come il Parlamento ha analizzato gli stereotipi nei media, in rete, nell’istruzione o nelle carriere e si preoccupa dell’influenza che questi possono avere sui bambini.

    Un importante testo di indirizzo per gli Stati Membri e di riferimento per noi che ci consente di fare capire meglio alle nostre istituzioni a che punto siamo.

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2013 sull’eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione europea

    Il Parlamento Europeo ha emanato una Risoluzione in tema di “eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione Europea“, la quale va a inserirsi nel più ampio percorso di sensibilizzazione delle istituzioni nazionali e dei cittadini sulle politiche di genere e sulle pari opportunità.

    In questo cammino si sono succeduti vari eventi e provvedimenti, che il Parlamento ha avuto cura di citare nella prima parte della Risoluzione, dove è stato fatto riferimento alla piattaforma d’azione di Pechino; alla convenzione CEDAW del 1979 sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna; a strategie pluriennali di lungo raggio per l’obiettivo della parità di genere; a precedenti direttive e ad alcuni articoli dei trattati fondanti l’UE in cui si sottolineano i valori comuni della tolleranza, della giustizia, della solidarietà, della parità tra donne e uomini e della non discriminazione, in particolare quella fondata sul sesso.

     

    Subito dopo l’attenzione è stata rivolta ai molti stereotipi che continuano ad esistere in tutti i livelli della società ed in tutte le fasce d’età, mostrando una grave assenza di progressi per quanto concerne il rispetto degli impegni assunti sia dall’UE sia da diversi governi in vari settori e facendo emergere la necessità di introdurre nuove normative e rafforzare quelle esistenti.

    Nei mezzi di informazione, nella comunicazione e nella pubblicità la discriminazione di genere continua a essere diffusa e favorisce la trasmissione degli stereotipi, in particolare rappresentando le donne come oggetti sessuali a fini di promozione commerciale, oppure nell’atto di svolgere attività domestiche e di cura dei figli. La Commissione, gli Stati membri, la società civile e gli organismi di autoregolamentazione nel settore mediatico devono collaborare più strettamente al fine di contrastare tali pratiche e predisporre tutele per garantire l’inclusione della prospettiva della parità di genere nei codici di condotta del settore e il rispetto di questi ultimi. Per contrastare, tra l’atro, quel processo culturale con cui la pornografia si sta insinuando nella vita quotidiana come elemento culturale sempre più universalmente accettato e spesso idealizzato, soprattutto nella cultura giovanile.

    I bambini entrano in contatto con gli stereotipi di genere molto precocemente, sia attraverso i modelli promossi dai programmi televisivi, videogiochi, pubblicità ed anche materiali didattici e programmi di istruzione, sia tramite gli atteggiamenti osservati a scuola, in famiglia e nella società, che influenzano la loro percezione del modo in cui dovrebbero comportarsi gli uomini e le donne, con ripercussioni sul resto della loro vita e sulle loro aspirazioni future. In questo senso il Parlamento sollecita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure politiche decisive per combattere gli stereotipi di genere ed incoraggiare gli uomini a condividere equamente con le donne le responsabilità domestiche e di cura dei figli, il che rafforzerà i loro diritti di genitori, garantirà un maggior grado di parità tra donne e uomini e una condivisione più appropriata delle responsabilità di conduzione familiare e domestica e migliorerà le opportunità delle donne di partecipare pienamente al mercato del lavoro.

    Infatti, anche l’istruzione e la formazione continuano a veicolare gli stereotipi di genere, giacché spesso le donne e gli uomini seguono percorsi scolastici e formativi tradizionali con gravi ripercussioni sul mercato del lavoro, in quanto si riduce la diversificazione delle carriere ed avviene che le donne siano generalmente sovra rappresentate negli “impieghi flessibili” con conseguenti limitazioni delle loro opportunità sul mercato del lavoro e delle loro possibilità di avanzamento di carriera, svelando il cosiddetto “soffitto di vetro” che ostacola l’accesso delle donne ai posti di alta dirigenza e le pari opportunità in materia di promozione, incrementando la diseguaglianza nelle retribuzioni e nelle pensioni. Gli Stati membri, i datori di lavoro e i movimenti dei sindacati sono sollecitati a prendere misure atte a superare gli stereotipi ed eliminare il divario retributivo, promuovere la partecipazione femminile in settori a prevalenza maschile e aumentare la rappresentazione femminile negli organi decisionali in ambito politico e imprenditoriale.

    Infine il Parlamento rivolge un invito verso gli Stati membri affinché sia fatta della lotta alle violenze contro le donne una politica penale prioritaria, incoraggiandoli a sviluppare a tal fine la cooperazione tra le loro autorità giudiziarie e i servizi di polizia nazionali. L’obiettivo del Parlamento deve diventare l’obiettivo di ogni cittadino dell’UE: impegnarsi per combattere la piaga della violenza e degli stereotipi, tramite il sostegno finanziario alle misure adottate negli Stati membri, in particolare alle organizzazioni femminili che combattono la sessualizzazione e la violenza contro donne e ragazze, promuovendo la parità di genere e l’emancipazione femminile, anche attraverso campagne di informazione che celebrino il ruolo e la partecipazione delle donne al mondo politico, economico, sociale, sportivo, della salute, dell’arte, delle scienze e a tutti gli altri livelli della società.

    Leggi la risoluzione del Parlamento Europeo

     

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