La parità nella funzione pubblica in Francia

    Le nostre amiche francesi lamentano che durante questi ultimi cinque anni ci sia stato un ridimensionamento dei servizi sociali e di avere incontrato maggiori difficoltà ad ottenere un’interruzione di gravidanza. Inoltre durante la campagna elettorale l’estrema destra ha raccolto suffragi strillando che ci siano troppe IVG per ragioni di comodità. Nicolas Sarkozy ha risposto proponendo che la pillola non possa più essere prescritta alle ragazze di 15 anni senza il consenso dei genitori (in questo modo si mette a rischio la categoria più esposta ad una gravidanza indesiderata e pertanto si aumentano le probabilità di aborti….).

    Tuttavia, questi anni resteranno nella memoria delle donne francesi sia per l’adozione nel 2011 della legge che impone una rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (dopo quelle già approvate nel 2003 in Norvegia, e successivamente in Svezia,  in Spagna, e nel 2011 anche in Italia) e sia per la legge sulla parità nella funzione pubblica appena varata.

    Il Parlamento francese ha approvato l’8 febbraio di quest’anno una legge sulla percentuale di genere nell’alta funzione pubblica: entro il 2018 il 40% dei posti di alti funzionari statali in Francia dovrà essere occupato da donne, trattandosi attualmente del sesso sotto rappresentato.  Infatti, le ultime statistiche in Francia rivelano che pur essendo le donne il 60 %  degli impiegati nella funzione pubblica,  sono solo il 10% delle donne  ad  occupare i ruoli dirigenziali più elevati.  Il provvedimento si ispira alla legge già in vigore sulle quote di genere nei consigli di amministrazione, nel settore privato, già in vigore in Francia dal 2011  (le donne saranno il 20% tra il 2013 e 2014,  il 30% tra il 2015 e 2017 e il 40 % dei componenti dei CDA a partire dal 2018).

    Un aspetto rimarchevole è la somministrazione di sanzioni salate per le amministrazioni che non rispetteranno i nuovi obiettivi di percentuale di genere: il Ministro della Funzione Pubblica Francois Sauvadet è convinto che si tratti di un passo importante per avviare una politica a favore dell’accesso delle donne ad incarichi di responsabilità in ambito pubblico.  I Ministeri, la pubblica amministrazione, gli ospedali, dovranno pagare multe sino a €90.000 per nomine effettuate senza rispettare le percentuali di genere.

    Tale provvedimento avrà un impatto su 4.968 posti direttivi, tra cui prefetti/e, ambasciatori/trici, rettori/e d’università, direttori/trici delle dogane …

    Il Ministero degli Interni, per attenuare gli effetti dirompenti del provvedimento, ha provato a far sì che per la legge la percentuale di genere di prefetti e sotto prefetti venisse accorpata (in tal modo avrebbe potuto rispettare la percentuale nominando più donne sotto prefetti) ma non c’è stato niente da fare, i due incarichi resteranno distinti.

    L’approvazione della legge ha dato corso in Francia ad un dibattito molto acceso, si teme che raggiungere la parità a tutti i costi possa comportare squilibri penalizzando ad esempio gli ingegneri, in maggioranza uomini, a favore degli esperti economici e civilisti, tra cui le donne sono più numerose.

    Ma per le donne il rovescio della medaglia sarà che in alcuni ambiti, come ad esempio i ministeri per gli affari sociali, verrà favorita la presenza degli uomini negli incarichi direttivi, per rispetto della percentuale di genere.

    Corrente Rosa si chiede: ma quando i nostri amici giornalisti e politici la smetteranno di parlare delle cosiddette “quote rosa”? Lo stesso termine in francese è: “les quotas sexués”, e in inglese “gender quotas”, possibile che da noi non si possa dire: “quote di genere” ?

    Sarà nostra cura attirare l’attenzione bi-partisan delle nostre parlamentari su una legge che dovrebbe anche essere introdotta in Italia.

    Cristina Michelini, 4 maggio 2012

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