Vai per le strade e trovi questi bei biondoni con i figlioletti sulla pancia, nei ristoranti danno da mangiare ai pupi mentre le loro donne si leggono il giornale. Nei giadinetti quando cadono, i bambini gridano “papa!”. Di sabato è il nonno che passeggia con i nipotini.
Vai nei musei e ti parlano della parità dei diritti delle donne vikinghe che avevavo poteri politici, erano responsabili della casa e dei figli. Al museo dell’aviazione ci sono le foto delle aviatrici norvegesi e vendono i libri che raccontano le loro avventure. In un film che presentava l’importanza del Jugenstill di Alesund non si dimentica di parlare delle “Glasgow Girls” e del loro contributo.
Non puoi aprire giornali o la televisione senza vedere donne ministre, imprenditrici e esperti come medici o scienziate.
Persino la famiglia reale ci sta attenta: in un intervista l’erede al trono si presenta con la moglie e rispondono tutti e due alle domande dei giornalisti.
Per non parlare delle fiction in TV, dove si vede una allegra coppia che va a letto, scherzano lei gli lancia una sfida, lui rifiuta e poi si arrende e comincia uno strip-tease…
Ve lo dò un’esempio di pubblicità? Uomini seduti su un divano con il casco da Vikingo, si stanno guardano una partita in TV mentre uno di loro mostra alla telecamera le belle magliette rosse della loro squadra che indossano. La telecamera si ferma sull’ultimo Vikingo che ha una maglia rossa sbiadita e tutti lo svergognano mentra appare il detergente Omo sullo schermo in un coro di virili risate.
Ma la parità si esercita in tutti i sensi: all’aeroporto mentre i passeggeri aspettano la consegna dei bagagli davanti al nastro, una giovane coppia si bacia appassionatamente. Poi lui si allontana, prende la sua valigia e se ne và senza fiatare una parola. Lei rimane lì impassibile guardando il nastro. Quando arriva la sua valigia la prende a sua volta e va a ragguingere il ragazzo. Da sola…
Che sarà mai il peso di una valigia, rispetto al peso delle discriminazioni?
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