La vie en rose

    Nell’articolo dell’Economist qui di seguito ci sono le preoccupazioni che molte di noi condividono sulla questione delle donne nei CDA.

    In buona sostanza in Francia gli azionisiti si stanno guardando intorno per trovare delle candidate per i CDA. Le donne scelte sarebbero quelle che non disturbano, meglio se sono decorative. Certi pensano di mettere le loro mogli o “girlfriends”. Dassault ha nominato Nicole Dassault la vedova di Serge, una signora di 94 anni. LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) la Signora Chirac. Dopo tutto va anche alle sfilate di moda oltre ad avere fatto politica a livello locale.

    Come accettare di intraprendere una battaglia se alla fine è per favorire la nomina  di donne “decorative”?

    E’ successo in TV, in politica, adesso anche nei CDA?

    Se abbiamo preparato una lista di donne “ready for board” ciò non significa che saranno necessariamente scelte dagli azionisti. Il problema è che le questioni di genere in realtà nascondono altri problemi che bisogna affrontare se vogliamo risolvere il problema di genere: in questo caso i criteri di selezione nei CDA.

    Se questi fossero basati sul merito e le competenze le donne sarebbero già presenti nei CDA.

    Il MEDEF (Confindustria francese) e l’AFEP (Association Française des entreprises Privées) hanno approvato le quote.

    Dovremmo forse immaginare anche dei criteri di selezione per evitare di trovarci in una situazione “à la Française”.

     

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