Le donne votano più a sinistra degli uomini?

    Il 5 marzo 2013 è uscito sul quotidiano britannico The Guardian un articolo che esamina il modo in cui il clima recessivo ha rivolto gli elettori di sesso femminile in una posizione di avversità verso il primo ministro conservatore Cameron, ipotizzando che questo aspetto sia solo una parte di un cambiamento globale che sta plasmando la politica del futuro.

    Sin dal principio, il Primo Ministro inglese ha avuto dei problemi con le donne che non hanno apprezzato il suo programma di austerità, che colpisce duramente la popolazione. Come la spinta della coalizione sui piani di taglio di bilancio il problema è pentato più critico.

    Le donne infatti che costituiscono il 65% del settore pubblico e più di tre quarti della forza lavoro degli enti locali, devono sostenere maggiormente i tagli ai posti di lavoro nel servizio pubblico previsti fino al 2018, con un conseguente incremento del pario retributivo tra i sessi.

    Inoltre, su una vasta gamma di questioni, tra cui i tagli a pensioni e ai sussidi per i bambini e gli aumenti fiscali nelle fasce più abbienti per i servizi legati alla salute e all’educazione, le donne in Gran Bretagna stanno pentando più ostili alle politiche della coalizione al governo. Oltre ad essere molto legate ai servizi pubblici e sensibili allo stato sociale, i sondaggi mostrano come siano mediamente anche più egualitarie, meno razziste ed omofobe, più impegnate per l’ambiente e molto più ostili alla guerra rispetto al passato e spesso anche rispetto agli uomini.

    In Gran Bretagna, il disprezzo nei confronti del governo per l’impatto di genere delle sue misure sta spostando il voto delle donne verso la sinistra.

    L’analisi del Guardian si estende alle rivolte arabe o il movimento di protesta contro la violenza sessuale in India e dimostra che non ci sono confini per la mobilitazione politica delle donne sulle cause comuni.

    Corrente Rosa si augura che il prossimo governo italiano possa valutare l’importanza del voto femminile, che è sempre più autonomo da quello maschile, per promuovere una politica che ristabilisca un equilibrio di genere.

     

    Roma, 20 marzo 2013, Federico Scriva

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