Le imprenditrici italiane del vino: un caso di successo

    di Nicoletta Bevilacqua

    Nel settore del vino in Italia, uno dei comparti produttivi di punta del made in Italy, le donne imprenditrici hanno un ruolo sempre più significativo: sono infatti oltre 115 mila (il 30% del totale) le donne che guidano aziende vitivinicole e il 70% produce vini Doc o Docg (dati Sole 24 ore).

    Secondo l’Associazione Le Donne del Vino, che conta oltre 650 iscritte, le imprenditrici hanno dato un contributo determinante allo sviluppo del settore, che rappresenta una quota del 21% del mercato mondiale e un valore di circa 5 miliardi di euro di export.

    Numerose, in tutte le regioni, sono le esperienze di eccellenza e alcune recenti iniziative di collaborazione al femminile sono particolarmente interessanti. Un gruppo di imprenditrici dell’Olterepo Pavese, ad esempio, hanno dato vita a un progetto di solidarietà e sostenibilità per donne in Nigeria. L’iniziativa, denominata il “Vino delle donne per le donne” è stata presentata nell’ambito degli eventi dedicati al talento delle donne di Expo Milano 2015. Se ne è fatta promotrice l’Associazione “Esclamativo donna”, creata a Milano nel 2012 con l’intento di valorizzare i talenti femminili nei settori dell’eccellenza della cultura italiana, ed ha come obiettivo la produzione limitata di vino di qualità dalla cui vendita si raccoglieranno fondi per sostenere la “Kinabuti fashion Initiative”.

    Sempre di recente, alcune imprenditrici protagoniste della enologia italiana sono state premiate a Roma in occasione della terza edizione “Taste of Excellence”, manifestazione che si è tenuta tra il 17 e il 19 ottobre.

    Le esperienze di successo nascono in contesti territoriali diversi, fanno molto spesso perno sulla esperienza familiare, sono frutto della capacità di mettersi in gioco, di superare pregiudizi radicati e di una spiccata attenzione alla cura del prodotto e alle modalità di comunicazione con il cliente.

    Il racconto delle loro storie, dei percorsi di vita che le hanno portate ad affermarsi nel settore, offre una testimonianza concreta del ruolo sempre più importante dell’imprenditorialità femminile per la diffusione di un modello di sviluppo sostenibile, attento alle problematiche ambientali, che riesce a coniugare la tecnologia alla tradizione delle terre d’origine, e che può essere “esportato” grazie a progetti internazionali di solidarietà e cooperazione.

    Progetti che dovrebbero coinvolgere un numero crescente di paesi in via di sviluppo e in particolare i paesi della sponda sud del mediterraneo che ancora impediscono alle donne di operare nel settore vinicolo e attribuiscono scarsa rilevanza ad azioni mirate alla promozione e valorizzazione della imprenditorialità femminile.

    L’esperienza italiana dimostra con chiarezza che proprio puntando sulle capacità imprenditive delle donne sia possibile incrementare i livelli di competitività dei prodotti del made in Italy a livello internazionale e dare un contributo importante per la crescita dell’intero sistema economico.

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