L’età, una nuova forma di discriminazione

    Valeria Viale, nel suo articolo “Il fattore età: una duplice opportunità”, propone una interessante ed approfondita analisi sul tema della discriminazione e della disparità di trattamento fondate sull’età, che, al contrario della religione o dell’orientamento sessuale, non rientrano di per sé nell’ambito di un particolare diritto riconosciuto dall’ordinamento italiano. Alcune questioni legate a questo genere di discriminazione, però, possono emergere nel contesto di altri precetti, prevalentemente di livello comunitario.

    Le discriminazioni in base all’età riguardano principalmente i giovani e gli anziani. Si stima che circa il 20 % della popolazione dell’Unione Europea sia al di sotto dei 19 anni e parallelamente il processo di invecchiamento, in Europa come in Italia, è in progressivo aumento. Questo aspetto sta cambiando la struttura sociale, per questo deve essere necessariamente tenuto in debita considerazione dalle politiche di pari opportunità, poiché gli anziani ed i giovani costituiscono una fetta rilevante della società italiana non solo dal punto di vista numerico, ma anche del grande contributo che essi possono apportare alla crescita economica e sociale del Paese.

    Indubbiamente l’adozione di una specifica legislazione antidiscriminatoria è una delle misure essenziali per combattere il fenomeno, ma il problema non può essere limitato semplicemente ad un mero aspetto legale, l’analisi andrebbe invece proposta anche in ambito culturale, storico e sociologico.

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