Mentre in Italia si consumano ancora gli atti di un farsa che non ha fine, con una democrazia parlamentare fiacca che sembra incapace di opporsi ai mali che produce, con i padri e le madri della patria che si rivoltano nelle tombe, noi assistiamo addolorate solidali eppure invidiose della volontà delle donne e dei giovani iraniani di combattere per la loro libertà, anche al costo della vita. E ci chiediamo però cosa può e anche cosa deve fare questo nostro occidente che pure con la elezione di Obama ha sperato di poter immaginare un futuro migliore. L’unica verità che emerge è quella delle donne e dei giovani morti nelle piazze, di quelli quelle arrestate e torturate di cui nessuno sa, convinti di lottare pacificamente per il loro diritto a vivere in un paese civile democratico e laico, per il resto non capiamo se davvero i candidati alle elezioni iraniane si distinguono realmente fra di loro nelle intenzioni: ma è vero che i riformisti rappresentati da Moussavi vogliono un paese diverso? La nostra stampa non spiega abbastanza, si sofferma ancora una volta sui volti delle donne, quelle vive con i capelli al vento e quelle già morte, ma non dice tutto, la nostra Europa non dice abbastanza. La Casa Bianca ha giocata la sua carta del dialogo ma non sa più se basterà.
In Francia si discute la possibilità d’impedire l’uso del velo, dell’hejab che dir si voglia, Zara Rahnavard, moglie di Moussavi, spiegò durante la campagna elettorale che lei aveva sostenuto che l’hejab era l’abito più corretto per la donna musulmana, poi bloccò il libro dove sosteneva ciò, in America, perché purtroppo l’hejab diventò obbligatorio in Iran. Insomma l’importante è avere la libertà di scelta! Dunque sembrerebbe che in Iran che ci sia uno scontro palese fra rappresentanti riformisti e conservatori. Se andiamo a leggere però i comunicati della Associazione Donne democratiche iraniane in Italia (v. link in home page) lo scontro di cui parlano le piazze è qualcosa di più radicale, infatti in un articolo del 13 giugno si legge che “Gli iraniani hanno deciso di boicottare le illegittime elezioni presidenziali che si terranno il prossimo mese, come già fecero in occasione delle elezioni precedenti. Così facendo, rifiuteranno una volta di più il fascismo religioso che governa il paese. Le elezioni sotto il potere religioso sono solo un’altro metodo per consolidare la dominazione del fascismo religioso in Iran, attraverso le sue fazioni.
Fazioni che hanno preso parte ad omicidi e soppressioni nei confronti della popolazione iraniana, che hanno saccheggiato la ricchezza nazionale e hanno esportato il terrorismo e il fondamentalismo all’estero. Ecco perchè la risposta nazionale dell’Iran a questi crimini non potrà essere altro che il boicottaggio. Nessuno infatti, ad eccezione dei seguaci del regime che hanno preso parte alle soppressioni dei mullah e i saccheggi, parteciperà a queste finte elezioni e meno del 3% dell’intera popolazione si recherà alle urne. Partecipare infatti equivale ad aiutare questo inumano regime clericale a proseguire nel suo programma di soppressione e terrore. I capi del regime iraniano sanno bene che se dessero la possibilità ai cittadini di prendere parte a delle libere elezioni, la popolazione iraniana li ignorerebbe immediatamente e per sempre. Ecco perchè di fronte alle ripetute richieste della Resistenza iraniana nelle scorse tre decadi per ottenere libere elezioni sotto gli auspici delle Nazioni Unite e in un contesto di sovranità popolare, il regime ha riposto con ulteriori soppressioni.
Il Capo Supremo del regime controlla tutti i livelli di potere all’interno del regime clericale, e il presidente non è altro che una marionetta nelle sue mani.
In accordo con L’Articolo 110 della costituzione, il Capo Supremo redige la politica del regime, ed è responsabile nella scelta dei capi militari, della polizia e dei Corpi di Guardia Rivoluzionari (IRGC), come pure delle più alte autorità giudicanti, del capo della televisione di stato e dei religiosi del Consiglio di Controllo.
Il Consiglio di Controllo, secondo gli Art. 93 e 99 della costituzione, monitora tutte le elezioni e controlla tutti i candidati. Le leggi elettorali prevedono che tutti gli ufficiali eletti devono sempre essere “spiritualmente devoti al Capo Supremo e servirlo nella pratica”. I risultati delle prossime elezioni sono già stati stabiliti dal Capo Supremo, Ali Khamenei.
Ha creato lo scenario di questa enorme votazione fittizia, ha rilasciato dichiarazioni false, ha gonfiato enormemente le statistiche sull’affluenza e alla fine dichiarerà vincitore il suo candidato preferito. L’IRGC è il suo strumento principale e suo braccio di forza e dirige il corso degli eventi durante le elezioni. Quattro anni fa, l’IRGC, secondo i desideri di Khamenei, ha assicurato alla vittoria Mahmpud Ahmadinejad. Questa volta, Khamenei , che è certo del boicottaggio che la popolazione iraniana metterà in atto, ha chiesto ufficialmente l’intervento delle Forze Bassij dell’IRGC durante le elezioni nel tentativo di amministrare questa frode.
I principali candidati di queste elezioni rivelano la vera natura di queste elezioni fittizie.
Tra di loro c’è Ahmadinejad, attuale presidente, Mohsen Rezai, ex capo dell’IRGC, Mehdi Karoubi, ex portavoce del Majlis (Parlamento) E Mir Hossein Moussavi, ex Primo Ministro durante la guerra contro l’Iraq durata 8 anni e uno degli esponenti più importanti coinvolti nell’esportazione del terrorismo e nell’esecuzione di prigionieri politici, tra cui i 30 mila dell’estate 1988. Per molti aspetti quindi, questi candidati hanno occupato i posti più alti all’interno del regime e sono tra i principali criminali della storia contemporanea dell’Iran.
Tenendo conto di tutti questi aspetti, dovrebbero essere tutti processati per crimini contro l’umanità.
Segretariato Generale del Consiglio della Resistenza iraniana. 12 Maggio 2009″. Maryam Rajavi, ancora una donna, è la Presidente eletta del Consiglio della Resistenza iraniana, che si batte da sempre in Europa e nel mondo perché pensa che l’instaurazione della democrazia (e l’abbattimento del fondamentalismo) sia l’unica soluzione al problema iraniano. I volti del potere anche fra le donne sono diversi. Qual’è il volto vero della libertà di questo nostro mondo globalizzato? Una cosa è certa ogni popolo può e deve conquistarsela, poi però bisogna onorarla e vigilare per meritarla.
©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici
Nessun commento