Presentazione romanzo ...
Esiste il momento giusto per innamorarsi? Esiste un'età ...
Libro di Luciana Borsatti,
giornalista ANSA e ANSAmed Editori Internazionali Riuniti (Report)
Com’è cambiata la tua vita con la rivoluzione chiede Luciana Borsatti a tutte le persone che incontra in Egitto tra maggio e giugno 2013, per capire quale direzione sta prendendo la complessa società egiziana. E le risposte sono diverse tanto quanto le persone incontrate.
I laici e liberali, che alle elezioni del 2012 non hanno saputo rappresentare le aspirazioni dei cittadini, hanno partecipato alla successiva ribellione raccogliendo firme per la destituzione del Presidente Morsi. Molti attivisti, sostengono che Tamarrod, il Movimento della Ribellione che ha raccolto 30 milioni di firme contro Morsi, ha una legittimità di livello pari a quella delle urne e che, pertanto, un intervento militare trova la sua giustificazione nella necessità di proteggere gli egiziani contro un potere che non li rappresenta più.
Quest’argomento, che contrasta con la posizione di chi, in Occidente, ritiene l’intervento dei militari, un colpo di stato, è sostenuto anche dagli alti rappresentanti della magistratura per i quali Morsi violava la Costituzione e stava per trasformare l’Egitto in una repubblica islamica simile a quella iraniana. E poi ci sono i 12 milioni di Sufiti, i 10 milioni di cristiani egiziani e la parte degli stessi Salafiti che non si sono riconosciuti nella Costituzione, quella di Morsi, che per loro rifletteva solo gli interessi dei Fratelli Musulmani.
E il 30 giugno del 2013 sono tornati tutti in piazza giovani e anziani, uomini e donne, lavoratori e disoccupati, ricchi e poveri per reclamare, oltre a “pane, libertà e giustizia sociale”, anche la destituzione di Morsi.
Alle donne egiziane la rivoluzione di piazza Tahrir ha dato la possibilità di esprimersi. Ma il mondo non dimentica le immagini della violenza espressa contro le donne, che nei due anni successivi manifestavano in piazza, per dissuaderle dal voler essere protagoniste e di volersi liberare dalla sottomissione agli uomini che continuava a essere loro imposta. Come altrove, sono le donne a pagare il prezzo più alto. Alla povertà e all’analfabetismo si aggiunge il peso schiacciante della tradizione che non cambia.
Forse la vera risposta alla domanda di Luciana Borsatti è la parola “libertà”. Nella vita degli Egiziani è entrata una certa libertà: libertà di parola, di azione e di pensiero per mettere in primo piano le questioni legate al diritto di vera cittadinanza, prima ancora di occuparsi di quelle religiose.
Gli Egiziani sono scesi in piazza, ci torneranno fino a quando non avranno ottenuto la società cui aspirano. Anche perché la rivoluzione non ha risolto i problemi economici né quelli sociali e, per affrontarli con successo i cittadini egiziani devono dialogare con tutti gli elementi della società e accettare dei compromessi, un’arte difficile ma essenziale della democrazia.
©2014 - Corrente Rosa - Associazione non lucrativa e senza legami politici
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