Quando “il corpo delle donne” fa cultura

    L’iniziativa di “Pari o Dispare” che si è svolta a Milano la scorsa settimana è stata un grande successo (circa 400 presenze e molte adesioni), a conferma della necessità di un vasto pubblico femminile – ma anche maschile! – d’interrogarsi sempre più sulla realtà che ci rispecchia. Questa realtà – almeno quella che si vede in televisione e spesso nella pubblicità della carta stampata! -appunto è uno specchio deformante e come ha detto Serena Dinelli (responsabile del gruppo Comunicazione per PoD) il risultato è che troviamo: “strutture spettacolari sempre più complesse e congegnate, contenuti sempre più in ribasso: e in questo contesto un giungla di corpi femminili ipersessualizzati e segmentati, e un’inflazione di chirurgia estetica: sia incarnata che tematizzata. E una folla di donne apparentemente felici di questo e di uomini, tutti vestiti, soddisfatti in questa giungla.”
    Le donne, quelle della “realtà” vorrebbero vedersi rappresentate INTELLIGENTI, CAPACI, AUTONOME, SICURE DI SÉ, ALLEGRE E VITALI, PIENE DI RISORSE, RICCHE DI ESPERIENZA.

    Gad Lerner, nella stessa sede, ha ricollegato al marketing la sua apertura ai temi donna, notando che oggi il suo programma ha un pubblico che per composizione di genere riflette quella della popolazione italiana: 51 % di donne. Il punto è che mentre le donne finalmente si ritrovano intorno al senso della realtà e s’interrogano sul loro presente e soprattutto sul loro futuro, c’è chi continua a giocare con l’insensatezza schizofrenica che mostra corpi sempre più scissi (vedi pubblicità di cibo per gli animali con mezzi busti di donne e uomini col volto mascherato). Insomma che “creatività” è questa, forse quella di “Arancia meccanica”? E il gran finale allora quale sarà o è già? In un mondo che perde i contorni del senso e del rispetto l’impoverimento è certo e le prospettive incerte. Le donne ne hanno sempre pagato il prezzo più alto. Fa davvero piacere trovare nelle grandi librerie, in primo piano, libri come quello di Lorella Zanardo (“Il corpo delle donne”) o di Michela Marzano (“Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne”). D’altra parte, purtroppo, oggi in concomitanza di un momento comunicativo così importante come quello dei mondiali di calcio fa ancora più rabbia vedere come in Italia ci si possa raffigurare! Insopportabile l’ennesima donna semivestita che indossa la maglia azzurra sulla copertina di un settimanale di grande tiratura che aspira oltretutto a farsi interprete della nostra società. Facciamoci sentire! Per una sensibilità che cresce c’è sempre una parabola strumentale che si affaccia sul mercato, pronta a fagocitarla.

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